Guerra in Ucraina: quali rischi per l’Italia e l’Europa

Il conflitto Russia-Ucraina scoppiato il 24 Febbraio 2022 ha portato l’Europa e la Nato a contrapporsi con forza alla Russia.

Il conflitto ha provocato forti ripercussioni in campo economico e sociale. Ogni cittadino europeo, tra cui gli italiani, sono stati colpiti da un aumento del costo della vita che si è tradotto non solo in un carrello della spesa sempre più vuoto a causa dell’inflazione ma dell’aumento di bollette di acqua, luce e gas. Anche se l’Europa in questo anno di guerra ha tentato di creare azioni per garantire un adeguato rifornimento energetico e prezzi accessibili.

La guerra sta lentamente logorando l’Europa e l’Ucraina che rischiano di trovarsi ad affrontare un disastro economico e l’esplosione di una bomba sociale senza precedenti.

C’è una possibile pace in vista per il futuro? Cosa farà Putin? L’Italia quali rischi corre? Quale è il vero scenario di questa guerra scoppiata nuovamente in Europa? Vareseinluce per dipanare molti lati oscuri di questa vicenda ha intervistato il Generale Giuseppe Morabito, Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation, per cercare di capire la vera situazione bellica attualmente in Ucraina.

Le notizie promulgate dai media dipingono un quadro confuso della situazione bellica in Ucraina. Quale può essere, secondo lei, la vera chiave di lettura?

L’Ucraina sta cercando di riguadagnare almeno una parte dei territori con la sua controffensiva, ma i risultati, almeno finora, non sono soddisfacenti. Le forze di Kiev, svantaggiate dal fatto di non avere una copertura aerea nel corso degli attacchi, devono confrontarsi con l’evidenza di avere grosse perdite: un elemento che pone qualche interrogativo sulla reale riuscita della controffensiva. Se riuscissero anche solo a interrompere i collegamenti tra la Russia e la Crimea sarebbe già un buon risultato dal punto di vista strategico, ma non appare così facile da ottenere. La cosa, purtroppo, probabile è che gli ucraini dovranno accontentarsi di poco e aspettare che si creino condizioni migliori.

Sulla stampa americana, e non solo, si parla già di grosse perdite da parte degli ucraini: l’attacco sta costando molto?
Costa, purtroppo, in termini di vite umane e mezzi. Chi attacca, da sempre, perde più uomini di chi si difende. I russi poi si difendono da posizioni fortificate, ben protette, mentre chi attacca deve uscire allo scoperto. Le perdite sono tante anche perché, come già indicato, non c’è copertura aerea per l’offensiva ucraina.

In una eventuale trattativa per la pace, secondo lei, chi giocherà un ruolo fondamentale tra Europa, Vaticano e Cina Popolare?

Nessuno dei tre dovrebbe avere un ruolo “fondamentale”, per diversi fattori. Questo ruolo lo può assumere solamente l’amministrazione americana, l’unica che può convincere gli ucraini a sedersi ad un tavolo e discutere anche se si parte da una situazione a loro sfavorevole.

In questo conflitto sembrano non esserci né vinti, né vincitori. Secondo lei, la Russia accetterà di terminare il conflitto solo attraverso la creazione di stati /aree cuscinetto?

I russi sembrerebbero (chi non usa il condizionale è, forse, folle) orientati ad accettare una fascia d’interposizione sotto il controllo ONU, modello Corea. Non è una novità, se ne parla da diverso tempo. Significherebbe accettare la situazione del momento e “congelare” quanto guadagnato e perso da entrambe le parti. Non è quanto dichiarato più volte da parte ucraina, Kiev vorrebbe/chiede di riprendere il controllo di tutti i territori pre 2014.

Sembra che Putin stia portando avanti una guerra lenta, scopo è logorare l’Ucraina e spingere così l’Europa a un disastro economico?

La Russia aveva previsto una “operazione Speciale” di breve durata e risolutiva. Le cose non sono andate come pianificato inizialmente. Ora si tratta di portare avanti una guerra di posizioni e logoramento con una lunga pausa invernale, se si escludono i combattimenti negli abitati e gli scambi di artiglieria, missili e droni.

L’ucraina, poi, è già logorata e con un debito pubblico enorme. Il disastro economico/sociale, per ora, potrebbe configurarsi nelle aree dove il grano russo e ucraino è fonte di vita.

Il grano ucraino parte principalmente da Odessa ad opera dei turchi, il grano russo esce dai porti russi. L’intesa, che tra poco termina, prevedeva che fosse garantita la libera circolazione delle specifiche navi da carico nel Mar Nero, il passaggio dallo stretto dei Dardanelli per permettere poi la commercializzazione attraverso il Mediterraneo. La Russia può facilmente impedire la libera circolazione nel Mar Nero.

Si tratta di una questione che si propone periodicamente e la cui soluzione, non facile, è della massima importanza anche umanitaria.

Putin, secondo lei, ha le doti di leader capace di unire sotto un’ unica leadership stati diversi fra loro come la Cina Popolare, l’ Iran, l’India in contrapposizione al blocco europeo?

Cina Popolare, Russia e Iran stanno costruendo una coalizione economica, ideologica e politica il cui valore fondante è l’esaltazione del rifiuto della democrazia partecipata, dei diritti della persona e dell’individuo, delle minoranze e del rispetto del principio di non ingerenza tra le nazioni. L’India potrebbe subire un “attrazione fatale” da tale schieramento, anzi, forse la sta subendo.

Dal punto di vista cinese, che sarebbe il leader di tale schieramento, è un passo ulteriore rispetto alla stessa Road and Belt Initiative, che mira a consolidare l’espansionismo cinese essenzialmente in un’ottica economica e che peraltro stenta a decollare. Si è così delineata e formalizzata una forte “Carta dei valori” anti-occidentale che le autocrazie basate sul partito unico che aspira a un obbiettivo ben più largo di quella cooperazione economica e militare. Il “Blocco” già vede la Cina Popolare come primo partner commerciale dell’Iran e la Russia sia come solido partner strategico di Teheran sia, non a caso, destinataria dei droni iraniani che tanti danni procurano all’esercito ucraino.

Se la guerra si prolungherà nel 2024, anno costellato da elezioni europee e americane. Se dovessero cambiare gli equilibri, e soprattutto se negli Stati Uniti, i Democratici saranno battuti dai Repubblicani, lei crede che l’Europa rimarrà da sola nel sostenere l’Ucraina?

Chi vincerà le elezioni americane avrà una grossa responsabilità in tal senso. Per altro verso c’è, tra gli analisti USA, chi ha ipotizzato che l’attuale governo americano, per presentarsi forte alle elezioni pensi alla soluzione della crisi ucraina entro il 2023. L’Europa non deve/può rimanere sola e deve trovare unicità di specifici intenti. Vedremo!

Quale è, secondo lei, il punto di non ritorno per un eventuale utilizzo di armi nucleari tattiche?

Non facile rispondere e, comunque, si tratta di un’ipotesi remota. Se gli ucraini avessero la forza di sfondare le difese russe e mettere a repentaglio l’integrità del territorio della Russia il nucleare “tattico” sarebbe una soluzione, che non si può scartare, per fermarli. Pensare che gli ucraini possano “marciare su Mosca” è utopia.

Se venissero usate armi nucleari tattiche da parte della Russia quale risposta attuerebbe la Nato?

Non ci sarà risposta perché non ci saranno le condizioni per attuarla.

didascalia: Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation

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