Salvini a Varese incoraggia i militanti: restiamo uniti

Non lascia spazio a fraintendimenti il volantino distribuito, domenica mattina 14 Aprile, in piazza del Podestà a Varese dove il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini ha tenuto un pubblico discorso.

Il testo recita: «Lottiamo per una Varese bella, sicura vivibile. Il comune dorme? La Lega lo sveglia! Segnalaci problemi e degrado nel tuo quartiere! Scrivi a varesedilloallalega@gmail.com».

Accanto al Segretario i ministri dell’Economia Giorgetti, dell’Autonomia Calderoli e dell’Istruzione Valditara, il capogruppo a Palazzo Madama, Romeo, l’eurodeputato Tovaglieri, il presidente della Lombardia, Fontana, il consigliere comunale e già deputato Matteo Bianchi, sindaci e amministratori locali, qualche centinaio di militanti hanno voluto festeggiare i 40 anni di fondazione del loro Movimento dando atto che, come ha fatto nel suo intervento Salvini, «senza Umberto Bossi e Roberto Maroni, recentemente scomparso, nessuno dei presenti sarebbe stato in piazza».

Sia negli interventi dal palco, sia tra i militanti e i simpatizzanti è risuonato ripetutamente il termine “autonomia” che sarà probabilmente il leitmotiv dell’imminente campagna elettorale per il rinnovo del Parlamento Europeo.

Non a caso Salvini, dopo avere assicurato che sul tema delle case green il suo Movimento difenderà il patrimonio immobiliare italiano, s’è soffermato sul tema dell’Europa sottolineando che «tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen non ho dubbi: è con quest’ultima che mi alleerò per cambiare ciò che in Europa non funziona».

Se Roberto Castelli, leghista della prima ora, ha scelto di fondare il Partito Popolare del Nord, in netta opposizione alla Lega di Salvini, altri storiche figure del Movimento come Leoni e Speroni hanno preferito un’atteggiamento attendista.

«Aspettiamo di vedere il risultato delle elezioni europee a Giugno per trarre delle conclusioni», affermano. In pratica, pare di capire, se la Lega di Salvini supererà l’8 per cento il cielo leghista tornerà sereno; sotto quella soglia si andrà al “redde rationem” durante il congresso annunciato in autunno.

All’interno del centro-destra è possibile una traslazione di voti che potrebbe però minare la compattezza del Governo se le percentuali dei tre azionisti di maggioranza risultassero eccessivamente squilibrate.

Tutti i partiti soffrono per la mancanza di qualificati amministratori locali dai quali selezionare buone classi dirigenti. Il “vulnus” è più evidente in chi, essendo maggioranza, è chiamato a governare.

Il fatto che la Lega, per festeggiare i primi quarant’anni, abbia scelto di partire proprio da Varese, forse non è casuale. Da tempo, infatti, proprio nei territori che l’hanno vista nascere, la sua presenza appare poco incisiva.

Se a Roma la Lega è autorevolmente rappresentata da eccellenti ministri come Giorgetti, che si sta prodigando per rimettere in sesto l’economia italiana e Valditara, che ha annunciato il provvedimento con il quale “non sarà più possibile chiudere una scuola in occasione di una festività non riconosciuta dallo Stato” oltre all’impegno che sta mostrando nel ridurre drasticamente la dispersione scolastica e, nel contempo, nel lanciare percorsi scolastici utili ad integrare meglio i saperi alle esigenze del mondo del lavoro, in molti territori non è in grado di esprimere capaci amministratori.

Che sia questa la ragione principale della perdita di consensi?

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