Il cardinale Matteo Zuppi ricorda Don Minzoni

Lo ha definito “prete appassionato, amante della patria, pastore creativo e fedele”. Le quattro virtù, sostiene il cardinale Matteo Zuppi arcivescovo di Bologna e presidente della Cei, convivevano tutte in don Giovanni Minzoni di cui si è celebrato il centenario del martirio.

Una ricorrenza per la quale, ad Argenta, nel Ferrarese, ha celebrato una Santa Messa. “L’amore non è mediocre perché è dare la vita- ha detto il presidente della Conferenza Episcopale Italiana durante l’omelia- Gesù ci chiede di farlo per tutti perché il prossimo non è una categoria o un numero chiuso e l’amore rende tutto prezioso e bello, ama tutti , certo, ma sempre dalla parte della persona, contro chi odia, non si conciliano l’odio e l’amore”.

Don Minzoni l’odio lo ha sempre lasciato da parte sposando con decisione la strada dell’amore e dell’apostolato fraterno. “E’ solo questo amore – ha proseguito Zuppi – che spiega le scelte e la testimonianza di don Minzoni, prete appassionato, amante della patria, pastore creativo e fedele, uomo di preghiera attento ai problemi concreti che aveva imparato ad affrontare in quella scuola d’amore che fu la scuola sociale di Bergamo , con un’attenzione preferenziale per i più poveri e i più piccoli.

A questo si deve aggiungere il suo impegno cristiano per sostenere il Partito popolare. Don Minzoni ebbe l’amore in dono e seppe farne altrettanto dono, “dono – ricordò san Giovanni Paolo II incontrando il 12 settembre 1990 i vescovi della Regione Emilia Romagna davanti alla tomba del sacerdote – d’una fedeltà senza riserve alla proppria missione che aveva chiesto come grazia della prima Messa”. In lui, aveva ricordato sempre l’ex pontefice polacco, amore di Dio e cura pastorale dei fedeli erano un tuttuno.

E monsignor Zuppi ha confermato che “non c’erano lontani per lui, e proprio per l’amore cristiano è stato ucciso”. Don Minzoni non scisse poi mai il suo impegno concreto a servizio degli ultimi con quello di annunciare il Vangelo. L’arcivescovo di Bologna non ha mancato di ricordare l’impegno di don Minzoni per la crescita dell’Azione Cattolica e della forza del suo impegno sociale. Così come ha evidenziato il coraggio del sacerdote di sottrarsi ai diktat del fascismo che gli imponeva lo scioglimento dell’associazione degli Scout affermando che avrebbe preso ordini soltanto dal Papa.

“Ci prepariamo alla lotta tenacemente- disse don Minzoni alcuni giorni prima di morire- e con un’arma che per noi è sacra e divina, quella dei primi cristiani, preghiera e bontà, ritirarmi sarebbe rinunciare a una missione troppo sacra, a cuore aperto, con la preghiera che spero mai si spegnerà sul mio labbro per i miei persecutori, attendo la bufera, la persecuzione, forse la morte per il trionfo della causa di Cristo, la religione non ammette servilismi, ma il martirio”, Per Zuppi, quindi, “don Giovanni Minzoni è parte di questa luminosa schiera degli amici di Dio e ci insegna la forza dell’amore cristiano che non teme l’odio del mondo , seme di vita che non finisce, amico di Cristo e mai servo di idoli e ideologie ma fratello dei più piccoli, attendo a costruire quel mondo dove tutti sono fratelli”.

didascalia: tomba di Don Giovanni Minzoni

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