Blinken va in Cina Popolare ma nulla cambia anche nella sanità

Generale Giuseppe Morabito, membro del Direttorio della NATO Defence College “ – La Russia farebbe fatica a sostenere il suo attacco all’Ucraina senza il sostegno della Cina” ha dichiarato il Segretario di Stato americano Antony Blinken ai giornalisti che chiedevano conto della recente visita in Cina Popolare.

È questa forse la frase più importante della missione di Blinken, perché incastra Pechino su una responsabilità che il Presidente della Cina Popolare Xi  vorrebbe evitarsi. Da Potenza globale, la Cina Popolare si racconta come eventuale “attore diplomatico’ nel conflitto in atto in Ucraina, infatti, e non come “parte (in qualche modo)” della guerra. Anche perché l’aiuto alla Russia fa saltare il principio della non interferenza, che la Cina Popolare professa come base delle sue attività globali. A dimostrazione dell’ambiguità che permea le politiche di Pechino, nelle stesse ore in cui Blinken era in visita i Cina Popolare il ministro della Difesa russo Shojgu incontrava in Kazakhstan il suo omologo cinese affermando che i due Paesi stanno lavorando per rafforzare la loro «partnership strategica nella difesa.

Come scontato, nel corso dei colloqui si è anche parlato della Repubblica di Cina-Taiwan e delle ripetute minacce di Pechino di annettere, anche e se necessario con la forza, l’isola che vive e prospera nella democrazia. Blinken ha anche sottolineato che gli USA mantengono il rispetto della politica della ‘’Unica Cina’” e sostengono la “stabilità delle relazioni nella Stretto di Taiwan”, aggiungendo di aver avvertito direttamente la Cina Popolare delle sue mosse assertive anche verso le Filippine. “Ho chiarito che mentre gli Stati Uniti continueranno ad allentare le tensioni, i nostri impegni di difesa nei confronti delle Filippine rimangono ferrei”.

Per questo, gli USA hanno invitato Pechino ad evitare tutte le “azioni pericolose nel mar Cinese meridionale” ma la difesa di Taiwan ha rilevato la provocazione fatta da 22 aerei della Cina Popolare attorno ai propri cieli proprio mentre Blinken concludeva la visita. Di questi 22 aerei ben 12 hanno superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan e sono entrati nella parte centrale e settentrionale della zona aerea esclusiva di Taiwan.

Purtroppo, oltre azioni militari, Pechino sta continuando le sue provocazioni anche sul piano diplomatico.

Dal 27 maggio al 1° giugno di quest’anno, si terrà – come sempre a Ginevra – la 77ma Assemblea Mondiale della Sanità (AMS): un incontro di fondamentale importanza in cui i membri partecipanti condivideranno informazioni e affronteranno i temi essenziali legati alla sanità internazionale per promuovere il benessere e la protezione dalle nuove sfide. L’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è un organismo cruciale per la salute pubblica globale, svolge un ruolo centrale e le sue decisioni hanno un impatto diretto sulla vita di miliardi di persone.

Come precedentemente indicato e ripeto, purtroppo, la democratica Taiwan, non può far parte di un organismo così importante quale l’OMS e, di conseguenza, nemmeno partecipare alle attività e ai lavori ad esso collegati, provocando un grave impatto sia sulla popolazione taiwanese sia su quella internazionale. Quanto precede per l’opposizione della Cina Popolare che a tale scopo mette in campo le sue migliori (e sciagurate nello specifico) pressioni diplomatiche e economiche. Le malattie e i virus, infatti, non conoscono confini e l’esperienza del COVID-19 (non scordiamocelo mai , proveniente dalla cinese Wuhan) dovrebbe averlo insegnato molto bene. Vivendo in un mondo interconnesso e globalizzato, tramite viaggi e trasporti, le malattie si diffondono rapidamente, per cui ottenere informazioni immediate per contenere i rischi e dare il proprio contributo alla comunità internazionale è un dovere e un diritto di tutti i popoli, compreso quello taiwanese.

Il comportamento dell’OMS è comunque da ritenere paradossale per gli obiettivi di cui si fa garante e per la finalità stessa della sua istituzione. Tra i principi alla base dell’Organizzazione c’è quello dell’equità e di non escludere né lasciare indietro nessuno, eppure da otto anni la Repubblica di Cina-Taiwan viene trascurata per i citati meri e irragionevoli motivi politici.

Taiwan ha sempre dimostrato di impegnarsi, di voler condividere le informazioni in suo possesso e le sue conoscenze, di essere favorevolmente disposta a contribuire con i propri mezzi e capacità alla sicurezza sanitaria internazionale come dimostrato dall’assistenza fornita agli Stati maggiormente toccati dal virus proveniente da Wuhan. Nonostante ciò, rischia di essere estromessa anche dall’Accordo Globale sulle Pandemie.

Da notare, infine, che i paesi del G7 e da tempo l’Unione Europea esprimono sostegno alla richiesta taiwanese di partecipare alle maggiori organizzazioni internazionali. Non ci dovrebbero essere distinzioni tra popoli e un diritto fondamentale come quello alla tutela della salute non dovrebbe essere negato ad alcun Paese.

È auspicabile che Taiwan possa presto partecipare all’AMS e diventare membro dell’OMS, certamente l’intera comunità internazionale ne trarrà benefici, con buona pace di Pechino.

didascalia: Generale Giuseppe Morabito, membro del Direttorio della NATO Defence College

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