Marca di confine

“Marca di confine” editore Monolateral è un’opera nata tra il 4 e il 6 marzo 2022, in contemporanea con ciò che stava accadendo in Europa con il conflitto ucraino. Gli autori Gaetano Masciullo e don Beniamino Di Martino hanno realizzato un testo diviso in due interventi che propongono attraverso la raccolta di eventi, fatti una rapida e veloce lettura sul tema del conflitto in Ucraina, la figura di Vladimir Putin e del filosofo A. Dugin cercando di realizzare una chiave di lettura degli accadimenti che sono avvenuti sotto i nostri occhi in Europa orientale.

Questo volume scritto un anno fa, in tempi ancora non sospetti, può definirsi una pagina di rara riflessione, quasi uno scritto profetico a sostegno di una voce diversa da ciò che siamo abituati a sentire in questo periodo in cui vige il cosiddetto pensiero unico.

Gli autori non hanno realizzato un’opera in cui spiegano i motivi della crisi Ucraina, ma hanno raccolto spunti, riflessioni e critiche su ciò che sta accadendo in quella parte del mondo e di come molto spesso le verità non dette diventino propaganda, la guerra assuma pretese collettive finendo di schiacciare le libertà individuali.

L’autore Gaetano Masciullo nella prima parte affronta il tema del “rossobrunismo” e racconta della figura di A. Dugin, filosofo, noto per le sue opinioni anti-occidentali, di estrema destra e conosciuto per essere presentato come l’eminenza del Cremlino, per diverso tempo e stato consigliere negli Affari Esteri della Russia e grande sostenitore di Putin ed in seguito aver preso le distanze a causa degli avvicinamenti del Presidente all’Occidente.

Masciullo, spiega nella prima parte del libro cosa è il fenomeno, poco conosciuto in Italia, del “rossobrunismo”. Una figura che rappresenta colui che si colloca in un’area politica ben classificata in contesti marxisti ma manifesta simpatie verso idee o personaggi distanti dalla propria radice ideologica. Dugin è considerato uno degli uomini ispiratori della politica di Putin, e famoso per le sue opinioni anti-occidentali, di estrema destra e neo-euroasiatiche.

Come riportato nel libro « In effetti, a differenza del comunismo ateo dei sovietici, il socialismo sui generis di Dugin ha una forte componente religiosa. Ed e qui che entra in ballo il secondo elemento di fascino del rossobrunismo putiniano. La politica di “proselitismo ateo” di Stalin non e mai riuscita a eliminare la forte, consolidata e secolare identita religiosa del popolo russo. A differenza del popolo coreano o del popolo cinese, quello russo vede nella fede del Dio trinitario e nella devozione mariana punti di riferimento che neanche i gulag possono cancellare».

D’altro canto il Cristianesimo rappresenta la forza che ha l’uomo di liberarsi dal mito degli dei pagani. Questi ultimi invidiosi dei successi umani, ben diverso è Dio, che fattosi uomo ha innalzato ogni persona di uguale dignità, con la libertà di fare, sperimentare e osare. Ecco la presunta “identità cristiana”, alla quale fa riferimento il pensiero “rossobruno”, che rafforza l’ideologia putiniana.

Il libro tocca anche temi importanti come lo scenario internazionale e di come gli Stati Uniti ora non devono più solo competere con la Russia ma anche con la Cina ormai lanciata verso il controllo totale di Asia e Africa. Gli americani trattano il problema Cina e Russia separatamente ed il conflitto ucraino ha favorito il riavvicinamento di due superpotenze, anche grazie all’allargamento della Nato che annettendo Paesi è giunta fino alle porte della Russia.

Un libro che parla di un conflitto che è giunto a noi attraverso gli schermi televisivi, dalle prime pagine dei giornali, attraverso discorsi a tavola o al lavoro con amici e familiari. La guerra è come se la guerra sia diventata parte dell’ambiente domestico e parte del nostro vivere quotidiano;  questo perché ormai sono poche le persone, oggi, che ricordano i bombardamenti, la fame, la paura di una guerra armata.

Tutti si gettano in congetture e previsioni gli ucraini riusciranno? Gli Stati Uniti si ritireranno? La Cina farà la differenza? La verità è che fare previsioni è rischioso. Don Beniamino Di Martino nella seconda parte del libro spiega le fragilità sui cui si pone l’ideale di imperialismo di Putin partendo da un punto preciso la Russia è l’aggressore e l’Ucraina è l’aggredito, ma non dimentica gli errori commessi dalla Nato e dall’Occidente, che hanno creato quei presupposti per aumentare la paura dell’isolamento e dell’accerchiamento della Russia.

L’avanzata Nato verso l’Europa orientale è sentita come una insidia e crea insicurezza nei confini russi e sembra essere frutto di una cecità tipica degli europei e degli americani. Don Di Martino cita l’iniziativa diplomatica di Silvio Berlusconi a Pratica di Mare, tante occasioni e opportunità ma mai colte dagli europei.

Don Di Martino e Masciullo hanno realizzato un lavoro importante e offrendo un contributo determinante alla comprensione di quanto abbiamo vissuto e stiamo vivendo.

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