Busto Arsizio, Polizia di Stato, arresto preventivo per favoreggiamento all’immigrazione clandestina

Esecuzione alla Ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ed al decreto di sequestro preventivo emessi dal G.I.P. per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

Sabato 15 luglio, la Polizia di Stato di Gallarate ha dato esecuzione alla Ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ed al decreto di sequestro preventivo emessi dal G.I.P. del Tribunale di Busto Arsizio su richiesta della Procura della Repubblica, nei confronti di una quarantacinquenne italiana residente nella provincia di Varese indagata per i reati di sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le misure cautelari seguono l’attività d’indagine esperita circa una settimana addietro allorquando gli agenti del Commissariato di Gallarate irrompevano in una villetta sita in Somma Lombardo scoprendo una vera e propria “casa di appuntamenti”, gestita professionalmente dalla “maitresse”, proprietaria dell’immobile. 

Il pericolo di inquinamento probatorio e la reiterazione del reato, hanno indotto la Procura della Repubblica a richiedere ed ottenere la misura cautelare degli arresti domiciliari onde evitare che l’odierna indagata potesse alterare il materiale probatorio sinora emerso od ostacolare le indagini, oltre a reiterare la condotta illecita, sua principale fonte di reddito.

Ritenuti inoltre sussistenti tutti i presupposti che portarono una settimana or sono, al sequestro preventivo dell’immobile, utilizzato dall’indagata solo in apparenza quale propria abitazione, ma di fatto luogo fondamentale per consentirle di favorire l’attività di prostituzione delle ragazze ivi impiegate e di trarre profitto da tale attività illecita; valutato inoltre che la libera disponibilità potrebbe consentire la commissione di ulteriori delitti della medesima indole, anche da parte di terze persone, il G.I.P. ha convalidato e disposto quale misura cautelare reale, il sequestro preventivo della villetta di proprietà dell’indagata.   

Immediatamente rintracciata dagli agenti del Commissariato e sottoposta agli arresti domiciliari, alla donna è stato altresì imposto il divieto di incontrare e/o comunicare con ogni mezzo con persone non autorizzate, di utilizzare la rete internet ed i social network quali Facebook, Instagram Whatsapp, Telegram ed altre applicazioni di messaggistica istantanea.

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