Autonomia opportunità per Stato più efficiente

Un Paese più efficiente, con una macchina amministrativa più efficace e un maggior potere di controllo da parte dei cittadini. E’ la fotografia offerta dal sottosegretario all’Autonomia e ai rapporti con il Consiglio regionale Mauro Piazza, che oggi è stato audito dalla commissione Affari costituzionali del Senato, riguardo al processo di autonomia differenzia avviato con l’approvazione del Disegno di legge elaborato dal ministro Calderoli.

“Regione Lombardia – ha affermato – esprime la ferma volontà di proseguire nel processo dell’autonomia, nel quadro di sussidiarietà, solidarietà e coesione nazionale, che è stato richiamato anche dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento. Lo Stato centrale – ha sottolineato Piazza – non deve paura di quanto possono fare meglio le Regioni nella gestione di certe materie e nella responsabilità della spesa pubblica. Serve coraggio e determinazione di provare un sistema diverso da quello attuale, che certamente non ha contribuito a ridurre le diseguaglianze fra i territori del Paese, ma anzi, purtroppo, le ha progressivamente esacerbate”.

L’esponente della Giunta guidata da Attilio Fontana, come prima di lui aveva fatto il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia, ha ricordato la data del 22 ottobre 2017 quando milioni di lombardi e veneti attraverso il referendum si sono espressi in maniera chiara e inequivocabile a favore di maggiori forme di autonomia per le loro regioni.

L’altra data importante, ha sottolineato Piazza, “è quella del 28 febbraio 2018 quando sono state firmate le pre-intese fra Governo centrale e Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna”. Da qui, ha continuato, “si sono aperti una serie di negoziati tecnici fra le direzioni generali della Regione Lombardia e le dg dei vari ministeri che hanno prodotto un interessante confronto, perché si è entrati nel merito non solo delle materie, ma anche delle singole funzioni che via via sono state declinate con un lavoro molto complesso e preciso”.

Per noi, ha proseguito il sottosegretario, “l’autonomia rappresenta una straordinaria occasione di efficientamento e ammodernamento della macchina amministrativa. Molto spesso infatti – ha sottolineato – la sovrapposizione di competenze, rende difficile il funzionamento del sistema, l’erogazione dei servizi e quindi la possibilità per i cittadini di avere un rapporto con la pubblica amministrazione. Basta osservare il numero dei ricorsi alla Corte costituzionale per rendersi conto di quanto l’attuale meccanismo previsto dal Titolo V sia farraginoso e foriero di continui contenziosi fra Stato e Regioni”.

Il percorso avviato da Regione Lombardia, ha evidenziato Piazza, “è stato avviato in collaborazione con gli Enti locali. Abbiamo sottoscritto degli accordi con Anci e Upl, perché riteniamo che maggiori forme di autonomia, a valle, debbano essere condivise con il mondo degli enti locali, soprattutto in una Regione come la nostra, che da sempre ha delegato alle Province il maggior numero di competenze possibile”.

Più potere alle Regioni, vuole dire anche, “maggiore responsabilità. Non solo – ha messo in evidenza il sottosegretario Piazza – quella di chi governa, ma anche per i cittadini-elettori, che così hanno maggiore possibilità di valutare meglio quali sono gli effetti delle politiche attive portate avanti dai loro rappresentanti”.

Piazza ha quindi assicurato la “massima collaborazione” con Governo e Parlamento centrale. Come già dimostrato, ha ricordato, “nelle procedure per la determinazione dei Lep, che rappresenta un lavoro utile per il Paese, a prescindere da come la si pensi in merito alla riforma”. Regione Lombardia, ha aggiunto, “ha un forte interesse anche nei confronti di alcune funzioni che non sono soggette a Lep, ma che possono avere una particolare ricaduta sul funzionamento della macchina amministrativa e sulla vita dei cittadini. Una su tutte: la pianificazione territoriale”.

Il sottosegretario infine ha posto l’accento sul sistema dei controlli previsto dal ddl. “Quella cui stiamo lavorando – ha messo in chiaro – non è una devoluzione di poteri tout cour, ma prevede un sistema di controllo da parte dello Stato centrale sull’attuazione, sul livello delle prestazioni dei servizi che vengono erogati e sulla parte legata alla finanza pubblica. E’ un aspetto che non ci preoccupa affatto, anzi riteniamo sia un principio di garanzia per tutti”.

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