Attendere

da DILI, TIMOR EST     Noi degli altri non sappiamo nulla. Non immaginiamo lontanamente chi realmente siano. Ma facciamo tranquillamente come se sapessimo tutto di loro. Come quei paesani a Nazareth che sapevano tutto di Gesù, fuorché chi fosse. Conoscendo esattamente le intenzioni altrui e le ragioni del loro comportamento, reagiamo di conseguenza e con gran sicurezza.

Quando la comunicazione richiedeva tempo, si era abituati ad aspettare. Una lettera, una cartolina dal mare, un pacco da lontano, una telefonata col gettone dall’unico bar a fondo valle, durante il campo scout. Qui i telefoni pubblici non esistono perché sono arrivati prima i cellulari.

Tuttavia i tempi della comunicazione non sono sempre immediati. La linea è debolissima e costosa, spesso si usa un cellulare in comune con fratelli, sorelle e boyfriend. Non serve irritarsi se non ti rispondono immediatamente o se d’improvviso spariscono. La risposta potrebbe essere una foto come questa: “Scusami ma stavo lavando e ho lasciato il telefono in casa”.

E immediatamente ti ricordi di dove sei e di quanto poco sai della durezza della vita di questi ragazzi. Nulla è già pronto, nulla è automatico, nulla è servito. Se non lo fai tu, non lo fa nessuno. Forse per questo, entrando in casa mia, spesso mi chiedono se cucino da solo. E aggiungono: “Se hai bisogno veniamo noi”…… per saperne di più…. https://lalocandadellaparola.com/2023/08/04/attendere-2/

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