La chiesa che verrà

Armando Matteo docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università Urbaniana di Roma è l’autore del libro “La chiesa che verrà” edizioni San Paolo (202 pag. 18,00 euro). Il testo riporta l’ultima intervista che il Cardinale Carlo Maria Martini rilasciò al Corriere della Sera.

Il Cardinale Carlo Maria Martini spiegava le ragioni dei ritardi della Chiesa ancorata ai ritmi e stili di vita di secoli fa e incapace di rapportarsi ai problemi della vita odierna.

Il libro si suddivide in cinque parti: introduzione; lettera al cardinale Martini; il ritardo c’è e si vede; quale salvezza per l’uomo di oggi; liberare il cuore per il cambiamento; segno del Dio-amore nelle terre del benessere; Francesco è la via per recuperare il ritardo.

L’autore, così come denuncia il Cardinale Carlo Martini, afferma “è tempo di cambiare” e nel libro proprio l’autore redige una lettera aperta a Martini nella quale evidenzia la mancanza di confronto da parte di molti sacerdoti sulla situazione odierna che comprende una totale rottura generazionale nel rapportarsi con la fede, la trasformazione delle famiglie, la nuova identità femminile nella società, una chiesa appesantita dalla burocrazia. Il Clero ha difficoltà a seguire i cambiamenti in atto anche se un “cambiamento è comunque possibile”.

Papa Francesco dall’ inizio del suo pontificato ha chiesto quel cambiamento così tanto auspicato da Martini.

Nel libro l’autore pone la domanda che Martini pose ad ognuno di noi “Che cosa puoi fare tu per la Chiesa?” “La chiesa è rimasta indietro di 200 anni. Abbiamo paura?”

Il cardinale Martini sembra, il riferimento a queste domande, percepire una rigidità della comunità ecclesiale ancorata a posizioni secolari a cui non sembra voler rinunciare.

Nel libro si evidenzia come le parrocchie, da sempre termometro della vita cattolica, vedono una costante riduzione della partecipazione dei cattolici ai riti quali la recita del rosario e le messe domenicali, così come si ha un calo costante nelle vocazioni al sacerdozio ed alla vita consacrata femminile; tutti segnali di una chiesa stanca e secolarizzata.

L’intervista riportata nel testo è un testamento che il cardinale Maria Martini ha lasciato sperando di vedere realizzato il proprio desiderio di una chiesa che incontra le persone senza giudicarle.

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