Monsignor Santin è tornato nella sua Rovigno

Fonte: https://www.anvgd.it/monsignor-santin-e-tornato-nella-sua-rovigno/

È stata una serata davvero eccezionale quella che ha caratterizzato l’inizio degli eventi pubblici del 65° raduno della Famia Ruvignisa, l’associazione che raggruppa i rovignesi di nascita e d’origine, sia della diaspora che residenti, ma anche simpatizzanti e da molti anni svolge il suo raduno proprio a Rovigno in concomitanza con la festa patronale di Sant’Eufemia.

La sera di giovedì 14 settembre presso la Comunità degli Italiani “Pino Budicin” è stato proiettato il docufilm “Antonio Santin Defensor Civitatis” realizzato da Venice Film, in collaborazione con il Centro di Documentazione Multimediale della Cultura giuliana, istriana, fiumana e dalmata di Trieste (CDM), l’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e la Federazione delle Associazioni degli Esuli istriani, fiumani e dalmati,  con la regia di Valeria Baldan e Giovanni Ziberna.

Il carismatico vescovo di Trieste negli anni più difficili del Novecento giuliano era nato a Rovigno nel 1895 ma il regime jugoslavo ne aveva decretato la damnatio memoriae, per cui è stato importantissimo proiettare nella sua città natale quest’opera.

Davanti ad un folto pubblico con molte personalità (dal vicesindaco di Rovigno al parroco del duomo passando per il Presidente della Famia Ruvignisa Gabriele Bosazzi ed il direttore del Centro di Ricerche Storiche Raul Marsetič assieme al fondatore Giovanni Radossi)  ha fatto gli onori di casa Viviana Benussi, presidente della Comunità degli Italiani cittadina.

Hanno poi portato un saluto Maurizio Tremul (Presidente dell’Unione Italiana) e Renzo Codarin (Presidente dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia), quindi Donatella Schürzel (vicepresidente nazionale vicario dell’Anvgd nonché esule di seconda generazione con padre rovignese e madre polesana) ha presentato il docufilm: «Antonio Santin è stato un vero grande pastore – ha spiegato la professoressa Schürzel – animato non solo da una profonda vocazione, ma anche da fortissimi sentimenti civili, in primis senso di giustizia e determinazione nella difesa dei più deboli. Ecco perché negli anni del fascismo tenne testa al regime per tutelare l’uso dello sloveno e del croato tra i fedeli “alloglotti” della sua diocesi di Trieste e Capodistria e per difendere gli ebrei dopo la promulgazione delle leggi razziali».

Nello sbandamento in cui si trovò Trieste dopo la fine della Seconda guerra mondiale, Santin emerse come defensor civitatis appunto: una figura religiosa carismatica e autorevole in una città tradizionalmente laica contesa tra Jugoslavia ed Italia. «Uomo tra gli uomini, innamorato della sua terra e del suo gregge travolto dagli eventi una guerra mondiale che stava diventando guerra fredda – ha proseguito la Schürzel – Santin portò sempre nel cuore Rovigno assieme a Pola, la città in cui per la prima volta fu parroco, conservandone bellissimi ricordi. Dopo decenni di oblio, è ora che Rovigno riscopra la storia di uno dei suoi figli più illustri»

Un grande afflato emozionale ha quindi caratterizzato la visione del docufilm. [LS]

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