Atti vandalici al monumento nazionale italiano di Basovizza

Nel maggio 1945, durante l’occupazione jugoslava di Trieste, la foiba fu utilizzata per nascondere i corpi di prigionieri, militari e civili uccisi dai partigiani comunisti di Tito. Oggi, la foiba di Basovizza è riconosciuta come monumento nazionale italiano, rappresentando le vittime delle foibe e tutte le atrocità della guerra. Recentemente, è stata vandalizzata con scritte in vernice rossa durante la notte. Lo sdegno e le reazioni sono state immediate, considerando l’importanza del monumento per la memoria storica e l’avvicinarsi del Giorno del Ricordo.

Mons. Ettore Malnati, teologo che ha dedicato gran parte della sua carriera sacerdotale a Trieste, collaborando con il Vescovo Santin, ha commentato: “Un vile atto di vandalismo sul monumento della Foiba di Basovizza, perpetrato dai soliti negazionisti ideologici.”

Si è fatto sentire anche il Presidente nazionale del Comitato 10 Febbraio, Silvano Olmi “Gli atti vandalici perpetrati la scorsa notte, sono una grave offesa ai Martiri delle foibe i soliti ignoti hanno vergato frasi deliranti e provocatorie sul Monumento Nazionale di Basovizza. La pacificazione passa anche attraverso il rispetto dei morti, ma gli jugonostalgici, quando si avvicina il Giorno del Ricordo entrano in azione con atti vera e propria criminalità. Appena la scorsa settimana, a Reggio Calabria è stata distrutta una targa in memoria di Norma Cossetto – ha concluso Olmi – e negli anni scorsi abbiamo registrato decine di atti vandalici che purtroppo non hanno trovato il giusto risalto sugli organi d’informazione.”

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