Le scarpe di Chiara

da DILI, TIMOR EST Un bimbo, seduto ai piedi dei genitori, li aiuta nella sera a vendere scarpe. La madre, scalza, illumina la merce con la luce di un telefonino. Siamo al mercato delle scarpe usate, dove si trovano calzature di ogni tipo. Dagli scarponcini Quechua della Decathlon, a scarpe eleganti da donna, come quelle del “negozio” in foto. Chissà da dove vengono, mi chiedevo. Ai piedi di quale donna sono state prima d’essere qui, per quanto tempo le ha indossate? Forse il tempo di un aperitivo, forse un giorno importante. Sono state un regalo o un acquisto compulsivo? Comprate facilmente o frutto di risparmi? Chiara d’Assisi, che oggi festeggiamo, capì che le scarpe adatte per lei erano i piedi nudi. Non impose la sua scelta a nessuno, ma non si fece imporre limiti a sua volta. Scappò di casa, nella notte, scalza. Francesco e gli altri la aspettavano, sapendo che tutti ne avrebbero dette di ogni, meno che la verità. Cioè che lei abbracciava la povertà totale non perché la considerasse un valore da diffondere, ma per contestazione. Francesco le aveva aperto gli occhi e lei non accettava più un sistema in cui pochi ricchi se la godevano ignorando le moltitudini di poveri. Lei, nata ricca, non poteva più stare dalla parte ingiusta. Il sistema non cambiava, allora lei cambiò vita. Come Cristo,come Francesco, rinnegò il proprio status sociale e da ricca si fece povera, in un mondo in cui tutti da poveri vogliono farsi ricchi. La sua, la loro protesta, continua oggi inascoltata come allora. Il sistema non è cambiato e i poveri vendono scalzi, ai margini della strada, le scarpe scartate dai ricchi. Ma chissà, forse tra quelle migliaia di scarpe, ci sono anche quelle di Chiara. Quelle di chi, ribelle a questa logica, rinuncia a qualche bene per sollevare da terra qualche fratello… https://lalocandadellaparola.com/2023/08/11/le-scarpe-di-chiara/

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