Futuro fragile. Futuro possibile

Antonia Chiara Scardicchio in “Futuro fragile futuro possibile” regala al lettore un libro – gioco dove non esiste un capitolo da cui iniziare, il percorso di lettura lo decide chi legge.

Non è, quindi, un libro lineare che induce a fare ciò che piace tanto a Chiara “pensare giocando”.

In realtà un ordine di lettura esiste ma se lo si rilegge non lo si segue più uno schema ma si è portati a cercare ciò che interessa o ciò che ha attratto chi legge.

Leggendo il libro si diventa lettori-attori e come un quaderno su cui puoi prendere appunti può fare esercizi. Il testo è diviso in due parti la prima classica con capitoli e paragrafi; la seconda è un quaderno che l’autrice definisce come scrittura biocontemplativa.

La prima parte ha come tema l’oscurità; si può obiettare che chi legge deve pensare alla vita non alla morte ma ciò che accade leggendo il testo è che guardando il cosiddetto lato oscuro si è in grado di trovare la luce ed il senso della vita.

Questa prima parte è come il bosco che cappuccetto rosso deve attraversare per andare dalla nonna, pieno di lupi.

Sono due le scelte possibili: rinunciare ad attraversare il bosco; oppure attraversare il bosco affrontando il buio della foresta, farsi coraggio ed al tempo stesso darsi una possibilità.

“Se educare significa travagliare” parla della fatica del travaglio che in questo caso ci vede nascere come educatori al di là di una visione economistica spesso presente nelle nostre scuole, università, parrocchie.

La “vita non è un app” può sintetizzare ciò che l’autrice vuole dire.

La prima parte del libro si conclude con un capitolo dal titolo “Se tutto può crollare”; in realtà non si parla di una sconfitta ma del fatto che tutto dipende da noi; solo ognuno di noi può decidere di non fare crollare tutto.

La seconda parte è il Quaderno dove l’autrice dice “mi scrivo, dunque sono” .

La professoressa Scardicchio parla della scrittura biocontemplativa che è un insieme di medicina, narrativa, pedagogia, esercizi spirituali.

Non si tratta di esercizi spirituali classici ma piuttosto “laici”; non si parte da un testo sacro ma da un libro, da una poesia.

Seguono domande, riflessioni, l’invito a ripensarsi a riscriversi.

Nel libro non si trovano risposte, non si tratta di un saggio che traccia una via.

Le risposte assolute, certe non esistono; il futuro spaventa perché è comunque misterioso; ciò genera ansia, paura, ma al tempo stesso deve generare curiosità ed il desiderio di affrontare il bosco, come cappuccetto rosso.

Come ricordano le parole di San Giovanni della Croce “Dio parla nella notte”.

Quindi il buio della notte va affrontato cercando con coraggio il nostro futuro seguendo la luce delle stelle.

Futuro fragile. Futuro possibile – edizioni San Paolo – 18.00 euro 236 pag.

Condividi:

Related posts