Trieste primo Maggio 1945

Pubblichiamo articolo di Annamaria Crasti, vicepresidente dell’Anvgd Comitato di Milano sui fatti del primo Maggio 1945 a Trieste.

«Era il primo di maggio 1945. I Triestini, disperati, avevano capito che era successo quello che non avrebbero mai immaginato e voluto, sicuri com’erano che stavano arrivando da Ovest i neozelandesi. Che, però, erano stati fermati da una proposta di incontro fatta dai titini per accordarsi sull’arrivo a Trieste. I titini non si erano presentati …

La corsa per Trieste era stata vinta da loro.

Per prima cosa avevano occupato il bellissimo Palazzo della Prefettura in Piazza Unità, avevano esposto la bandiera bianca rosso e blu con la stella rossa in mezzo , mettendone ai lati , quella inglese e americana.

Un po’ più tardi il tricolore italiano con la stella rossa: era la bandiera della nuova Regione della Federativa jugoslava. Secondo atto intimidatorio: i tricolori italiani esposti alle finestre venivano mitragliati.
Ma l’orrore più grande erano le sparizioni, avvenute immediatamente, dalla notte tra il 1° e il  2 maggio.https://googleads.g.doubleclick.net/pagead/ads?client=ca-pub-2190474305586545&output=html&h=280&adk=839129437&adf=2673266365&pi=t.aa~a.2687557123~i.9~rp.4&w=720&fwrn=4&fwrnh=100&lmt=1651435661&num_ads=1&rafmt=1&armr=3&sem=mc&pwprc=7327620962&psa=1&ad_type=text_image&format=720×280&url=http%3A%2F%2Fwww.resegoneonline.it%2Farticoli%2Ftrieste-primo-maggio-1945-20220501%2F&fwr=0&pra=3&rh=180&rw=720&rpe=1&resp_fmts=3&wgl=1&fa=27&adsid=ChEI8N-4kwYQme7atv_G4oWoARI9AF_qurcvSBoq7PVdpsT5qg0CXyj1ctAtwiovISsags4WSNldPb7GinYtQD0OW53PXm4kaqqwZciFwBRW4Q&dt=1651435661912&bpp=2&bdt=961&idt=-M&shv=r20220427&mjsv=m202204260101&ptt=9&saldr=aa&abxe=1&cookie=ID%3D4418ccc12c951d32-22619ae00ecd0028%3AT%3D1640448267%3ART%3D1640448267%3AS%3DALNI_MZTOvYjqxNz9UByGE_PBR16WSoXKQ&prev_fmts=728×130%2C728x130%2C0x0&nras=2&correlator=8351545722332&frm=20&pv=1&ga_vid=750325861.1640448262&ga_sid=1651434018&ga_hid=25174985&ga_fc=1&u_tz=120&u_his=4&u_h=864&u_w=1536&u_ah=816&u_aw=1536&u_cd=24&u_sd=1.125&adx=349&ady=1386&biw=1688&bih=793&scr_x=0&scr_y=0&eid=44759875%2C44759926%2C44759842%2C31065544&oid=2&psts=AGkb-H9SdN8qnO-Rkop3zVSg4P8o3sMD7Sfg72Z069C4c9sIPQkT-HX0vzhRvbBLCR5FEmNaFL_bEaWhiDQD0nk&pvsid=1481721789666455&pem=252&tmod=798235659&uas=0&nvt=1&ref=http%3A%2F%2Fwww.resegoneonline.it%2F&eae=0&fc=384&brdim=0%2C0%2C0%2C0%2C1536%2C0%2C1536%2C816%2C1707%2C793&vis=1&rsz=%7C%7Cs%7C&abl=NS&fu=128&bc=23&ifi=4&uci=a!4&btvi=3&fsb=1&xpc=wh5GgWSuYW&p=http%3A//www.resegoneonline.it&dtd=18

Ma nessuno aveva ancora raccontato, ancora si sperava nel ritorno del marito, del padre, della sorella, del figlio… Il 3 maggio sull’altipiano triestino arriva “ la truppa titina “, al gran completo.
Davanti soldati con divise regolari e armati.

Come la lunga colonna si snoda i soldati sono sempre peggio equipaggiati, le divise arrangiate, prese ai soldati italiani e tedeschi, ma anche disarmati… più indietro carrozzoni trainati da muli , guidati da civili che di civile hanno ben poco.

I carri attorniati da uomini a piedi che suonano il violìni, donne, tante donne, armate di pugnali e coltelli “ le drugarizze”. Gli americani sui loro camion si fermano per lasciar passare quell’improbabile esercito, li guardano ridendo e sghignazzando. Ma i loro capi stanno brindando in Municipio con i titini “ alla liberazione di Trieste “.

Quella “ liberazione “ che ha gettato nel lutto migliaia di famiglie triestine. Il maggior numero di sparizioni avviene nei primi dieci giorni di quella “ liberazione”, ma la gente continuerà’ a sparire, senza che inglesi e americani, che tutto sanno, intervengano per far cessare l’orrore; eppure la BBC a Londra racconta quello che sta succedendo, da Radio Bari si denuncia, ma invano.https://googleads.g.doubleclick.net/pagead/ads?client=ca-pub-2190474305586545&output=html&h=280&adk=839129437&adf=578664322&pi=t.aa~a.2687557123~i.17~rp.4&w=720&fwrn=4&fwrnh=100&lmt=1651435661&num_ads=1&rafmt=1&armr=3&sem=mc&pwprc=7327620962&psa=1&ad_type=text_image&format=720×280&url=http%3A%2F%2Fwww.resegoneonline.it%2Farticoli%2Ftrieste-primo-maggio-1945-20220501%2F&fwr=0&pra=3&rh=180&rw=720&rpe=1&resp_fmts=3&wgl=1&fa=27&adsid=ChEI8N-4kwYQme7atv_G4oWoARI9AF_qurcvSBoq7PVdpsT5qg0CXyj1ctAtwiovISsags4WSNldPb7GinYtQD0OW53PXm4kaqqwZciFwBRW4Q&dt=1651435661912&bpp=2&bdt=962&idt=2&shv=r20220427&mjsv=m202204260101&ptt=9&saldr=aa&abxe=1&cookie=ID%3D4418ccc12c951d32-22619ae00ecd0028%3AT%3D1640448267%3ART%3D1640448267%3AS%3DALNI_MZTOvYjqxNz9UByGE_PBR16WSoXKQ&prev_fmts=728×130%2C728x130%2C0x0%2C720x280&nras=3&correlator=8351545722332&frm=20&pv=1&ga_vid=750325861.1640448262&ga_sid=1651434018&ga_hid=25174985&ga_fc=1&u_tz=120&u_his=4&u_h=864&u_w=1536&u_ah=816&u_aw=1536&u_cd=24&u_sd=1.125&adx=349&ady=2060&biw=1688&bih=793&scr_x=0&scr_y=0&eid=44759875%2C44759926%2C44759842%2C31065544&oid=2&psts=AGkb-H9SdN8qnO-Rkop3zVSg4P8o3sMD7Sfg72Z069C4c9sIPQkT-HX0vzhRvbBLCR5FEmNaFL_bEaWhiDQD0nk&pvsid=1481721789666455&pem=252&tmod=798235659&uas=0&nvt=1&ref=http%3A%2F%2Fwww.resegoneonline.it%2F&eae=0&fc=384&brdim=0%2C0%2C0%2C0%2C1536%2C0%2C1536%2C816%2C1707%2C793&vis=1&rsz=%7C%7Cs%7C&abl=NS&fu=128&bc=23&ifi=5&uci=a!5&btvi=4&fsb=1&xpc=WEPtiSyXX5&p=http%3A//www.resegoneonline.it&dtd=28

Gli jugoslavi godono dell’appoggio dell’ Unione Sovietica di Stalin e la guerra non è ancora finita. Lasceranno fare anche il 5 maggio in Piazza Goldoni dove i titini uccideranno 5 triestini e ne feriranno decine ,inermi alla testa di un corteo lungo fino a Piazza della Borsa al grido di “Italia ! Italia!”.

In Istria, a Fiume, a Pola, nella mia piccolissima Orsera arrivano i titini. All’immenso dolore si unisce l’immenso stupore: i liberatori sono scalzi, non indossano divise, hanno i pantaloni pieni di buchi “ col dedrio fora”, ma la bustina che portano in testa ha la stella rossa e cantano …cantano … e gli orsaresi e gli Istriani e i fiumani e i polesani piangono; increduli, non possono neppur pensare che quella gente rappresenti

Il vincitore. Eppure è così.

Gli americani ghignazzavano all’apparire di quel misero esercito, noi oltre che disperati eravamo increduli e umiliati. Per noi, quell’occupazione è stata irreversibile e definitiva, i triestini si sono salvati, ma non illudiamoci, solo perché il porto di Trieste doveva essere libero dai titini per rifornire le truppe americane in Austria».

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