L’ignavia di Usa ed UE alle origini della guerra in Ucraina

Si è tenuto, sabato pomeriggio 14 Aprile a Lonigo (Vicenza) nella villa San Fermo dei Padri Pavoniani, il secondo dei tre incontri sulle narrazioni del nuovo totalitarismo promossi dall’Osservatorio Internazionale cardinale Van Thuan.

A fare gli onori di casa il direttore, Stefano Fontana che, prima di introdurre il relatore, l’ingegner Giovanni Maria Lazzaretti, presidente dell’ attivo centro culturale Jacques Maritain a San Martino di Rio (Reggio Emilia), ha tenuto a ricordare gli obiettivi dell’ Osservatorio.

L’intera attività del “Van Thuan”, convegni, studi, ricerche, pubblicazioni della casa editrice “Fede & Cultura” legata all’Osservatorio, è volta a cercare la verità della Dottrina sociale cristiana affermata in tanti documenti pontifici e in diverse encicliche a partire dalla “Rerum Novarum” di Leone XIII.

Un compito quanto mai utile e benemerito in questi tempi in cui il cristianesimo e soprattutto il cattolicesimo è aggredito da ideologie che ne vorrebbero l’estinzione.

Pensiamo solo al progetto del Forum economico di Davos che intende realizzare un mondo governato da una oligarchia globalista di “illuminati”, serviti da popoli schiavizzati indotti a credere nella divinità della scienza e non più nel Dio trascendente.

Quanta saggezza nella locuzione latina: «Quos Deus perdere vult, dementat prius (a quelli che vuole rovinare, Dio toglie prima la ragione)»!

Sviluppando il tema dell’incontro di sabato 14 Aprile, “Che cosa succede veramente in Ucraina”, Lazzaretti ha preso le mosse ponendo l’accento sull’avverbio “veramente”, implicitamente ammettendo che è inattendibile la narrazione a senso unico divulgata dai media mainstream controllati, guarda caso, proprio da quella parte che sostiene l’Ucraina, Paese diventato oggettivamente colonia degli Stati Uniti.

Con certosina pazienza il Relatore ha raccolto una miniera d’ informazioni che gli hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda della guerra in Ucraina che parte molto prima del 2022, anno dell’invasione russa.

Fin dal 2104, infatti, le milizie governative ucraine ostili alla presenza delle popolazioni russe residenti in maggioranza nelle provincie delle repubbliche di Doneck e Lugansk, hanno cominciato quella guerra, eufemisticamente definita “a bassa intensità”, usando spregiudicatamente artiglierie pesanti e missili con gettata fino a 120 chilometri.

L’inoppugnabile verità di tale fatto risulta confermata dal memorandum supplementare al protocollo di Minsk, siglato nel Settembre 2014, in cui, al punto due, è prevista la «rimozione di tutte le armi di calibro superiore a 100 mm, 15 km dalla linea di contatto, da ogni parte del conflitto, per creare una zona smilitarizzata di 30 km; tale distanza era, inoltre aumentata per portare alcuni sistemi d’arma fuori della gittata massima rispetto alla linea di contatto (punto 4: inter alia obice D-30 a 16 km, sistemi lanciarazzi multiplo da 21 a 120 km, missili tattici a 120 km)».

Lazzaretti ha offerto dati e notizie per comprendere la complessità di una guerra che s’inscrive in una situazione storica aggrovigliata in cui non regge la semplificazione «l’orientale Russia è cattiva perché vuole imporre il proprio dominio, mentre l’occidentale Ucraina è buona perché, difendendo sè stessa, difende anche i valori di cui statunitensi ed europei sono portatori».

Troppe informazioni non sono state date all’opinione pubblica italiana perché si formasse un’idea su ciò che realmente sta accadendo nel Donbass.

Di fatto l’Ucraina è un Paese spaccato in due: ad Est con una prevalente presenza di cittadini russi desiderosi di riunificarsi alla madre patria e ad Ovest con un’altrettanta presenza di cittadini ucraini favorevoli ad assumere gli stili di vita occidentali.

In realtà oggi mentre a Kiev governa una nomenclatura legata agli interessi economici e strategici di Washington, il popolo ucraino soffre in trincee pagando un alto tributo di sangue.

Salomonica la chiosa dell’ingegner Lazzaretti: «Non voglio dare ragione ad uno piuttosto che ad un altro dei contendenti», afferma convinto. «Una colpa, senza senza se e senza ma, l’attribuisco invece ai governanti degli Stati Uniti e dell’Unione Europea perché erano in grado di scongiurare questa guerra che per ignavia non hanno evitato».

I prossimi incontri sulle narrazioni del nuovo totalitarismo, sempre con inizio le 16.30, sono previsti sabato 29 Aprile sul tema “Per una vera scuola cattolica” e sabato 20 Maggio sulle cronache della pandemia con un prestigioso relatore il Prof. Paolo Bellavite.

didascalia: da sin. ingegnere Giovanni Maria Lazzaretti, presidente dell’ attivo centro culturale Jacques Maritain a San Martino di Rio, dottor Stefano Fontana direttore dell’Osservatorio Internazionale card. Van Thuan

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