Colpito l’ospedale Al-Ahli Arabi Baptist di Gaza, ieri sera martedì 17 Ottobre, numerosi feriti e morti. Reciproche le accuse tra Israele e Hamas. L’incontro tra il Presidente degli Stati Uniti Biden e i leader dei Paesi Arabi annullato.
La guerra scoppiata sabato 7 Ottobre dopo un efferato attacco da parte di terroristi di Hamas a civili israeliani sembra non avere soluzione Il network Alpimediagroup, ha intervistato il Generale Giuseppe Morabito, Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation, per capire cosa è successo e quali dinamiche delineeranno gli eventi in Medio Oriente nei prossimi giorni.
Lei crede che il raid contro l’ospedale di Gaza sia stato congegnato da Hamas per annullare l’incontro tra Biden e i leader degli Stati Arabi?
Quanto accaduto nell’ospedale di Gaza è un tragico incidente di guerra. Nessuna delle due parti aveva un interesse diretto che avvenisse. I terroristi di Hamas ne traggono un vantaggio per quanto riguarda l’annullamento degli incontri ma mi auguro che non sia un incidente voluto. Si tratta di imperizia di Hamas nel lancio dei suoi missili verso Israele e di tragica fatalità.
Secondo lei, l’attacco all’ospedale di Gaza, provocherà un cambiamento nella strategia di Israele?
Ci sono già pressioni internazionali in atto per una de escalation della guerra. Ripeto che a mio parere non si deve parlare di attacco ma di tragico incidente. Israele deve raggiungere l’obiettivo di neutralizzare i terroristi e i loro capi, lo fa anche in favore di tutte le potenziali future vittime (intese come possibili bersagli). La strategia potrebbe cambiare ma l’obiettivo finale no. Senza i terroristi di Hamas avremo un mondo migliore e maggiore speranza di pace.
L’operazione di terra a Gaza che Israele dovrebbe intraprendere e di cui si parla tanto. Lei crede abbia subito un rallentamento? Un elemento deterrente potrebbero essere gli ostaggi?
Gli ostaggi sono un deterrente e implicano azioni mirate ad evitarne il sacrificio. L’operazione di terra ha dei rischi notevoli in tal senso e deve essere studiata e preparata con massima attenzione. Poi se e quando si farà, sarà una decisione del governo di Tel Aviv
Se Israele avvia l’attacco di terra nella striscia di Gaza, secondo lei, porterebbe ad un allargamento del conflitto?
Il conflitto potrebbe allargarsi anche prima dell’eventuale azione di terra. È quanto spera Hamas e per questo enfatizza e sottolinea le tragiche vicende che coinvolgono i palestinesi oramai ridotti a scudi umani o vittime sacrificali dai terroristi stessi. Spero non avvenga perché’ sarebbe un enorme bagno di sangue. Attenzione a cosa farà l’Iran e i suoi “tagliagole” che sono già presenti in Siria e hanno contribuito in modo significativo alla sanguinaria azione in territorio israeliano.
Lei pensa che se il conflitto in Ucraina si fosse evitato o meglio si fosse risolto, a Gaza, non sarebbe successo nulla? È giusto ritenere le due cose legate?
Non sono legate. L’odio verso Israele non nasce o aumenta con la guerra in Ucraina. Teniamo conto di questo prima di tutto. Poi se qualche autocrazia cerca di trarne vantaggio non mi stupisco.
Secondo lei, la guerra tra Israele e Hamas, in qualche modo oscura la guerra in Ucraina a vantaggio dei russi?
Certamente. L’attenzione mediatica è tutta in Medio Oriente e per questo il presidente ucraino si sta dando molto da fare per ricordare il problema che coinvolge il suo paese. Più aiuti a Tel Aviv non potrebbero voler dire meno aiuti a Kiev, nell’immediato, ma un allargamento del conflitto e un coinvolgimento, anche minimale, di Washington sarebbe un problema non da poco per l’Ucraina.
Perché la guerra nella striscia di Gaza sembra riavvicinare Putin a Xi?
Non riavvicina…sono già molto vicini da tempo e i due presidenti si sono incontrati in queste ore. Il motivo dell’incontro, pianificato da tempo ,era discutere della Nuova Via della Seta ma le crisi di Gaza e Ucraina sono state al centro dei colloqui e degli accordi. Vedremo nei prossimi giorni cosa ne scaturisce.