A Ville Ponti il congresso degli orfani di Berlusconi

Le Ville Ponti in Varese, stamane sabato 27 Gennaio, sono state il palcoscenico del congresso provinciale di Forza Italia.

I forzisti si sono riuniti per eleggere il coordinatore provinciale, i candidati al coordinamento provinciale e i delegati al congresso nazionale previsto a Roma nel mese di Febbraio.

Il lavori hanno avuto inizio alle ore 9.30, con i saluti del sindaco Davide Galimberti (Pd), del presidente della Provincia Marco Magrini (lista civica) ai quali hanno fatto seguito quelli dei rappresentanti di altri partiti invitati: Francesca Caruso, assessore alla Cultura di Regione Lombardia che ha portato i saluti del presidente provinciale FdI Andrea Pellicini, Andrea Cassani, coordinatore Provinciale della Lega, Franco Binaghi di Azione e Salvino Reina di Italia Viva.

Al congresso, presieduto dall’onorevole Mauro D’Attis, commissario regionale di FI della Regione Puglia, sono intervenuti, tra gli altri, l’on. Alessandro Sorte coordinatore regionale FI, e Giuseppe Taldone vice coordinatore regionale Lombardia FI.

L’assise forzista è stata anche un’occasione per ricordare i 30 anni della discesa in campo di Silvio Berlusconi, avvenuta il 26 Gennaio 1994.

Il congresso ha visto l’elezione per acclamazione di Simone Longhini, unico candidato alla carica di coordinatore provinciale, dopo il ritiro di Pietro Zappamiglio, sindaco di Gorla Maggiore, che a fine Gennaio 2023 aveva assunto la guida del partito in Provincia e aveva ottenuto alle ultime elezioni regionali, 2706 voti di preferenza.

Qualche giorno fa ha spiegato in una lettera aperta ai suoi elettori i motivi della sua assenza al congresso. In pratica ha motivato il suo dissenso per «la mancanza di un progetto strutturato e una visione a lungo termine dei vertici del Partito a livello provinciale».

Nel corso dell’incontro non sono mancati accenni alle elezioni europee dell’8-9 Giugno e a quelle amministrative che chiameranno al voto un’ottantina di Comuni varesini.

L’auspicio di arrivare al 10 per cento dei consensi dovrebbe essere confortato dal crescente numero di tesserati. In provincia sarebbero quasi mille gli iscritti a FI e in Lombardia 17.000, come sottolineato a Ville Ponti. Purtroppo però, in politica, contano i voti validi espressi nell’urna e non sempre il numero delle tessere è indice di vivacità.

La selezione della classe dirigente e la sua qualità è fondamentale per un Partito. Far lievitare in posizioni strategiche o di vertice dirigenti fedeli, ma incapaci di aggregare consensi, porta fatalmente alla rovina qualsiasi partito o movimento politico (come per un’azienda, ovviamente).

I forzisti varesini hanno ripetutamente fatto appello alle grandi imprese del fondatore del loro partito, Silvio Berlusconi e si sono legittimamente vantati di ciò che è stato il loro movimento. Un encomiabile tuffo nel passato.

Quanto al futuro, aldilà di buoni propositi d’impegno a rimanere dentro il Partito Popolare europeo e quindi di rappresentare il centro di politiche moderate, l’assise varesina ha colto però l’occasione di non pronunciarsi.

Nessuno degli intervenuti ha svelato che cosa intenda fare per vivificare il territorio. Tutti si sono limitati a sottolineare il desiderio di proseguire il dialogo. Per esempio come quello, già fecondo, in atto con chi attualmente governa la città di Varese.

Lodevole lo spirito di collaborazione con la giunta di sinistra del sindaco Galimberti, ma FI che fa? Va a rimorchio? Qual è la presenza di FI a Varese? Che genere di proposte ha formulato e formulerà? Può un partito che aspira a tornare al governo di una città, di una provincia, di una regione o di un Pese chiedere i voti solo perché nel proprio Dna ha la moderazione?

Auguri a Simone Longhini che dovrà pedalare molto con la bicicletta oggi ricevuta.

Quanto ai varesini, il messaggio arrivato dal congresso provinciale di FI consente di dormire sonni tranquilli: tra il sindaco Galimberti e l’ opposizione il dialogo costruttivo proseguirà a lungo, per il loro bene, ovviamente.

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