Biden e Von der Leyen: siamo la coppia più bella del mondo

“Avvenire.it” ha dato così la notizia: «Per finanziare i rifornimenti di armi a Kiev i soldi sono stati trovati, non senza una involontaria ironia, nella Facility europea per la pace (Epf, European Peace Facility).

Uno strumento, si legge nel sito Ue, destinato a “migliorare la capacità dell’Unione di prevenire conflitti, costruire la pace e rafforzare la sicurezza internazionale”. Prima dell’Ucraina, la Epf ha fornito assistenza alle forze armate bosniache, a quelle georgiane, della Mauritania, del Ruanda, e all’Unione Africana».

Si vocifera di altri due miliardi di dollari per acquistare munizioni e armi necessari all’esercito ucraino per contrastare il nemico russo.

Da “affaritaliani.it” apprendiamo che Ursula Von der Leyen, presidente della Commissione europea, potrebbe rimanere sulla scena della politica internazionale come segretario generale della Nato qualora non fosse riconfermata nel maggio 2024 alle elezioni europee.

L’indiscrezione sarebbe trapelata da fonti vicine al presidente statunitense, Joe Biden, che intenderebbe assicurarsi una persona di fiducia per proseguire nella sua politica di dominus mondiale e soprattutto per garantirsi un alleato sicuro nel proseguimento della guerra in Ucraina. Evidentemente la Casa Bianca ritiene possibile convincere l’attuale segretario generale della Nato,

Jens Stoltenberg, a prolungare ancora di un anno il suo mandato, che scade tra qualche mese, in modo da tenere in caldo il posto alla presidente Von der Leyen.

Alla Nato, organizzazione per la difesa comune, aderiscono 26 Paesi (Belgio, Bulgaria, Canada, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Islanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Slovenia, Slovacchia, Spagna, Stati Uniti, Turchia, Ungheria), ma a dettarne gli indirizzi politici sono gli Stati Uniti, sempre.

In una famiglia (ammesso che la Nato sia tale) è bene rispettare il fratello maggiore e seguirne i consigli, purché siano saggi. Non è detto però che anche i fratelli minori non siano avveduti e, in talune circostanze, persino più esperti dei maggiori. Siamo sicuri che Tedeschi, Italiani, Greci, Spagnoli, Norvegesi, sarebbero stati concordi nel finanziare l’addestramento di militari ucraini, fin dalla caduta dell’ex Unione sovietica, per assoggettare Mosca agli interessi di Washington?

È saggio allargare il perimetro di difesa della Nato fino ad inquietare un vicino di per sé stesso già allarmato e timoroso di essere annientato? A Yalta quando Inglesi, Americani e Russi si spartirono il mondo ebbero l’accortezza di creare “stati cuscinetto” (Austria e Iugoslava) proprio per evitare frizioni tra di loro.

Qualcosa di simile, visto che ha funzionato, dovrebbe essere presto attuato anche in Ucraina, facendo tacere le armi e mettendo energie nella ricostruzione morale ed economica di quel Paese.

La differenza sostanziale è che tutti i protagonisti di Yalta volevano trovare un punto d’equilibrio nel rispetto reciproco, mentre una parte di quelli in campo oggi – Biden & company, per intenderci – intendono primeggiare imponendo esclusivamente le proprie ragioni.

Probabilmente l’attuale governo statunitense insiste nella guerra in Ucraina, sia per indebolire ulteriormente la Russia, sia per scongiurare un altro fallimento come quello accaduto in Afganistan, Paese abbandonato precipitosamente il 15 Agosto 2021.

Le scelte politiche di Biden e di Von der Leyen appaiono più autoritarie che autorevoli. La guerra in Ucraina è un tassello di quel transumanesimo al quale entrambi non sembrano volersi opporre. Possibile che non se ne rendano conto? Il loro buon senso dove è finito? “Quos Deus perdere vult, dementat prius” (Dio toglie la ragione a quelli che vuole rovinare).

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