da DILI, TIMOR EST Kuàrter kuàrter, mi chiedono i bimbi qui in città. Chiedere un quarto di dollaro a un bianco è normale, la timidezza dei bimbi di villaggio è ricordo lontano. Tutti vogliamo più soldi, soprattutto chi non li ha nemmeno per mangiare decentemente. Mi confidavano che molti qui giocano al bingo, persino i preti. C’è poi chi, per avere soldi, scende a patti coi demoni. A giudicare da certi fuoristrada credo che funzioni. Purtroppo il prezzo è l’anima. Il fatto è che noi tutti misuriamo la forza del futuro in materia, in cose, in denari. È il peso che conta. La fede invece è del mondo immateriale, il sottile regno delle forze spirituali. La fede è un seme invisibile portato dal vento, è leggerezza che si affida e si lascia trasportare. Se è pesante, se è spessa, se è ansiosa, la fede è ancora troppo materiale, non abbastanza sottile da passare tra atomo e atomo e vincere la materia spostando le montagne. La fede deve essere pari a un granello di senape, non di più. Una certezza serena, un sussurro che dice “ti credo”… https://lalocandadellaparola.com/2023/08/12/ti-credo/
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