Ispra, al via lo smantellamento del reattore di ricerca

“L’accordo che sarà firmato oggi tra JRC e Sogin per lo sviluppo e l’attuazione di una strategia comune da applicare allo smantellamento nucleare e alla gestione dei rifiuti è il risultato di un percorso basato su tecnologia, innovazione e visione.

Il risultato dell’intelligenza di donne e uomini che lavorano con passione, energia e competenza. Il tema del decommissioninge dellagestione dei rifiuti radioattivi è strategico per l’intero continente europeo e deve essere affrontato a livello comunitario, mettendo in rete tutte le esperienze e le competenze dei singoli Paese.

Il futuro sono le centrali a fusione nucleare in grado di produrre energia pulita. È un percorso ancora lungo, ma l’Italia ha competenze uniche ed è all’avanguardia nello sviluppo di programmi di ricerca e sviluppo della fusione nucleare”. Lo ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Federico Romani nel corso della cerimonia per la firma dell’accordo di collaborazione tra il Joint Research Centre (JRC) della Commissione europea e SOGIN che si è svolta questa mattina al Centro ricerche di Ispra (VA).

L’accordo segna l’avvio di un percorso per il decommissioning (smantellamento) del reattore di ricerca Ispra-1 situato nel complesso del Centro Comune di Ricerca (CCR) della Commissione Europea a Ispra.

Il reattore, costruitofra il 1957 e il 1958, è stato utilizzato per studi e ricerche sulla fisica del nocciolo, su nuovi materiali per la costruzione dei reattori commerciali, sui flussi neutronici e sulle loro interazioni con la materia vivente e per la formazione di una nuova generazione di tecnici per i programmi nucleari europeo e italiano.

L’accordo, che ha una durata di cinque anni, prevede tre obiettivi: promuovere la cooperazione nello sviluppo di approcci innovativi per la risoluzione di questioni tecniche e scientifiche nella disattivazione nucleare e nella gestione dei rifiuti radioattivi; sviluppare sinergie e progetti condivisi per ridurre tempi e costi delle operazioni di smantellamento; favorire iniziative congiunte di formazione del personale.

Il Presidente Romani, nel suo intervento, ha parlato della necessità di superare il “tabù nucleare”. “Il nucleare non è più quello di 20 o 30 anni fa. La centrale di Springfield del cattivo signor Burns dei Simpson non esiste. I reattori più recenti, quelli di terza o quarta generazione, hanno livelli altissimi di sicurezza e una elevata sostenibilità ambientale – ha sottolineato Federico Romani-. Il nucleare è una fonte energetica che non emette gas serra, quindi perfetta per combattere l’innalzamento della temperatura. C’è poi il problema dell’indipendenza energetica. Abbiamo bisogno di una visione di lungo periodo per superare la crisi contingente e garantire la sicurezza e l’indipendenza energetica in maniera strutturale. È sull’energia che in futuro si giocherà la capacità di competere del Paese. Per questo dobbiamo comunicare a ragionale di nucleare superando stereotipi, barriere ideologiche e fake news. La Lombardia è pronta a fare la propria parte”.

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