Italianità e sofferenze nei ricordi di Luigi Perini

Oggi qui facciamo memoria della firma del Trattato di Pace di Parigi 1947 e dell’Esodo da Pola, che lasciarono in 28.000 su 30.000 persone, e del primo viaggio del piroscafo Toscana da Pola in Italia e sotto la neve.

In 350.000 abbandonammo l’Istria, Fiume, Dalmazia e Isontino e fummo dispersi in 109 Campi Profughi lasciando alle nostre spalle oltre 15.000 morti (la cifra di 350.000 Esuli fu detta da Tito in un discorso a Pristina).

Tutto abbiamo abbandonato: case, beni, lavoro, sicurezza, morti ed addirittura il futuro, ED UNICAMENTE PER RIMANERE SOLAMENTE ITALIANI, due volte Italiani, scrisse Indro Montanelli, per nascita e per scelta,.………concetto che oggi non è più di moda….. anzi……

Oggi rendiamo omaggio e suffragio civile e religioso a tutti i nostri Caduti e da uomo di fede reciterò una preghiera di suffragio per tutti e che io considero dei Martiri. Per i Giuliani di religione cristiana cattolica uccisi in odio alla loro identità culturale, e per quelli di religione ebraica uccisi in odio alla loro etnia.

I nostri conterranei ebrei ebbero la doppia sfortuna di essere perseguitati perché ebrei dai tedeschi e dagli slavi perché italiani, ca.724 scomparvero a Trieste e 320 ca. a Fiume ed Abbazia e quei pochi che ritornarono o si salvarono ci seguirono nell’Esodo.

Icona della nostra tragedia è Norma Cossetto, studentessa, torturata ed infoibata OFFESA COME DONNA ED UCCISA PER LA SUA ITALIANITA’, come lei altre 424 donne giuliane-dalmate.

Rendiamo omaggio pure a Giovanni Palatucci, Vice Questore a Fiume, un patriota, che volle rimanere a Fiume per ribadirne la sua italianità, membro del CLN con il nome di Dr. Danieli, si prodigò per salvare gli ebrei, circa 4800, e pagò con la vita la sua cristiana generosità morendo a Dachau.

Il Mrs di P.S. Chiavelli Aurelio, Medaglia d’Oro alla Memoria, suo collaboratore, il 3 maggio 1945 con altri 108 colleghi fu fucilato dai partigiani comunisti, stessa sorte toccò a TUTTI i poliziotti di Spalato, Zara, Pola, Trieste e Gorizia. Tutti trucidati, in totale 391.

Tra le 900 G.d.F. uccise anche il Mrs. Farinatti Antonio infoibato assieme al comandate della locale stazione dei carabinieri di Parenzo Mrs. Torquato Petracchi, entrambi Medaglie d’Oro alla Memoria e con loro il Finanziere Rosario Presti della Brigata Costrema/Santa Barbara di Fiume morto nel Campo Concentramento di Skofja Loka il 23.7.1945.

Le 97 GdF della Legione di Trieste/Campo Marzio, aderenti a Corpo Volontari della Libertà/Cln infoibate il 3 maggio1945 dopo aver liberato Trieste dai tedeschi il 30.4.1945.

Centinaia, ca. 600, i morti tra i Carabinieri, tra cui il Capitano Filippo Casini, medaglia d’oro della Resistenza che, unitosi ai partigiani slavi, fu dagli stessi trucidato con la moglie assieme ai commilitoni che l’avevano seguito.

Non possiamo dimenticare i 18 Carabinieri, medaglie d’oro di Malga Bala nell’alto Isontino trucidati a guerra finita e i 30 Carabinieri affogati a Zara cui è stato elevato un monumento ad Orsenigo.

Ricordiamo anche Vincenzo Serrentino ultimo Prefetto di Zara, fucilato a Sebenico nel 1948.

Non posso dimenticare il sacrificio del Segretario del Partito Comunista di Trieste Luigi Frausin e di Vincenzo Gigante, comunisti internazionalisti, componenti del CLN dell’Istria che si opponevano alla annessione violenta e forzata della Venezia Giulia alla Jugoslavia, senza preventiva consultazione popolare come sancito dagli accordi del 1934 tra partiti comunisti austriaco, italiano e jugoslavo.

Nel settembre 1944 i nazisti li arrestarono per delazione. I comunisti uscirono dal CLN per aderire all’Esercito diu Liberazione Popolare e cosi anche le brigate partigiane giuliane comuniste la “Val Natisone”, “Proletaria Triestina d’Assalto”, “Alma Vivoda” e “Pino Budicin” furono poste sotto il comando dei comunisti slavi. La strage di Malga Porzus e è episodio dello scontro tra partigiani italiani aderenti al CLN e partigiani comunisti italiani e slavi parte dell’ELP.

Ricordiamo anche i militari regolari e non della RSI che si arruolarono volontari, tanti anche da Como, (il centro di arruolamento era in Piazzale Gerbetto) per difendere il confine orientale ben sapendo la fine che li aspettava e tanti scomparvero nelle foibe o uccisi. Un nome fra i tanti il marò, volontario, Broggi Ettore di Solbiate Comasco fucilato a Lussino-Neresine 22.4.1945 da poco riesumato ad Ossero che ora riposa nel Sacrario Militare di Bari con i suoi commilitoni.

Ho voluto ricordare le forze dell’ordine perché non abbandonarono il posto in quei tragici momenti del settembre del 1943 o a guerra finita, ma rimasero accanto alla popolazione italiana e per ribadire con la loro presenza l’appartenenza della Venezia Giulia all’Italia.

Como si è ricordata di onorare anche Don Angelo Tarticchio torturato in maniera bestiale ed infoibato la cui famiglia ebbe sette infoibati ucciso in odio alla fede e ITALIANITA’.

Sottolineo brevemente alcuni fatti storici significativi:

– il 7 a.C. Cesare Augusto costituì la X Regio Venetia et Histria nella suddivisione amministrativa dell’Italia e da allora le nostre Terre seguirono tutte le vicende dell’Italia.

-804 d.C. primo documento in volgare italiano, il Placito del Risano ove gli istriani chiedevano al principe Giovanni figlio di Carlomagno il mantenimento degli ordinamenti giuridici latini e si lamentavano delle scorrerie dei barbari slavi.

-1865. Il 75% dei Comuni in Dalmazia, in Istria tutti, erano retti da amministrazioni italiane.

Dopo il 1866 la convivenza pacifica tra le comunità si incrinò. Come risposta alla sconfitta della terza guerra d’indipendenza l’Austria privilegiò la componente slava a scapito di quella italiana, perseguitandola; gli italiani risposero con l’irredentismo.

Il frutto dell’odio etnico antitaliano, seminato a piene mani dall’impero austroungarico lo raccolsero i partigiani nazionalcomunisti iugoslavi, cui aggiunsero l’odio di classe e la persecuzione atea militante, cui collaborano anche i comunisti italiani locali succubi ideologicamente dei primi ed in forza di precedenti deliberazioni partitiche.

Una cappa di terrore aleggiò sulle nostre terre. Iniziarono le uccisioni nei modi più efferati. Per migliaia i precipizi delle Foibe furono le loro tombe cui ancor oggi non possiamo deporre un fiore se non quelle poche in Italia.

Alla Foiba di Basovizza i morti furono conteggiati in metri cubi!!!

Come già disse il l’ex Presidente Napolitano, fu attuato un crimine contro l’umanità con la pulizia etnica, concetto ribadito dal Presidente Mattarella nel 2019 al Quirinale aggiungendo che non sono giustificabili le Foibe e le uccisioni come ritorsioni per le sofferenze subite durante il fascismo bensì fu attuato un disegno criminale di sopraffazione ideologica ed etnica per finalità annessionistica delle nostre terre da sempre culturalmente latine.

Dopo 2000 anni di storia scompare la popolazione latina-italiana che da sempre popolò la Venezia Giulia, solo la storia e i muri parlano per noi, siamo i testimoni di un Popolo che sta scomparendo.

VOLEVAMO SOLAMENTE RIMANERE ITALIANI COME LO ERAVAMO SEMPRE STATI.

LA PAGAMMO CARA QUESTA NOSTRA ASPIRAZIONE.

Purtroppo noi siamo oggetti da sempre di criminalizzazioni con il binomio foibe=fascismo, negazionismo evolutosi in riduzionismo e da ultimo il giustificazionismo……portato avanti da associazioni finanziate con denaro pubblico con la motivazione più varie di ricerca della verità storica, rettifiche di esagerazioni, contestualizzazioni, ecc. Cosa succederebbe se questi concetti storici venissero applicati all’Olocausto.

Giustamente l’opinione pubblica condanna ogni atto di antisemitismo, ci mancherebbe altro, quando però i nostri monumenti vengono deturpati, e lo sono spesso, regna il silenzio più assoluto………DOPO 75 ANNI E NONOSTANTE LA LEGGE DEL 2004 SIAMO CITTADINI DI SERIE B DA DE-NIGRARE IMPUNEMENTE… E NONOSTANTE TUTTO NOI GRIDIAMO LA NOSTRA VERITA’ …….., E RENDIAMO OMAGGIO A COLORO CHE GIAC-CIONO IN ISTRA FIUME E DALMAZIA NELLE FOIBE CHE PAGARONO CON LA LORO VITA LA LORO ITALIANITA’………. ( e senza cartolina di precetto)

NON SIAMO CRIMINALI. GRAZIE A VOI PRESENTI PER LA VOSTRA TESTIMONIANZA DI VICINANZA

TESTIMONIANZA PERSONALE

La presenza dei Perini a Capodistria è accertata dal 1300, probabilmente anche molto prima, in quanto sempre soci della Scola/Confraternita di S.Andrea o dei pescatori, mestiere che esercitarono sino al giugno del 1954, data dall’Esodo, sottoproletariato!!!

Mio padre pescatore e mia madre contadina con io e mio fratello piccoli fuggimmo da Capodistria con mio padre invalido ed infermo disteso sul pianale di un furgoncino. Noi a Capodistria, in quanto proletari eravamo privilegiati, avevano fatto arrivare da Lubiana il violino !!!, avevamo lavoro, assistenza sanitaria e corsie privilegiate nello studio e ben sapevamo la fine che avremmo fatto andando via dall’Istria……MISERIA E CAMPI PROFUGHI.

La decisione fu presa quando fu proposto di inviarmi a Lubiana a studiare musica. Il commissario politico ci prospettò cosa ci aspettava a Trieste mia madre rispose: siamo italiani e cattolici (ci dimentichiamo ora che il comunismo era ateismo militante). I miei genitori capirono subito che il rifiuto poteva essere pericoloso….i prodromi li avevamo avuto con la morte violenta del cognato di mia mamma… e poi noi abitavamo vicino al carcere e sentivamo le grida che spesso da li provenivano…

Arrivati a Trieste depositammo i nostri poveri mobili al Punto Franco di Trieste/Magazzino 18. Per 15 anni la nostra casa fu un box di 3 metri per 2 alto 1,80 in vari Campi Profughi (San Saba, Via Vecellio, Campo Marzio, Casa dell’Emigrante), promiscuità, senza riscaldamento, coprifuoco dalle 7 alle 22, speso circondati da filo spinato e con posto di polizia, ecc.; trattati da criminali benchè il tasso di criminalità fosse inferiore alla media italiana.

Io e mio fratello fummo dirottati al Preventorio Antitubercolare a Trieste per due anni e dopo nel collegi: mio fratello a Trieste nel Villaggio del Fanciullo e Semente Nova di Don Marzari, ns. benefattore, già Presidente Cln-Medaglia d’oro della Resistenza), io in giro per l’Italia: Pesaro/Opera Padre Damiani, Thiene, Verona, Venezia, Trieste/Collegio N. Sauro.

Fummo per 15 anni alla mercé della carità pubblica e clienti fissi delle mense dell’ECA e della Pontificia Opera di Assistenza (POA ) che ci forniva da mangiare(olio idrogenato, farina, formaggio ecc.) Per me le vacanze a casa dal collegio erano un incubo perché non sapevo cosa avrei trovato: spesso mia madre era ricovera nel sanatorio Santoro Sartorio di Trieste e mi dovevo arrangiare presso i parenti per mangiare, anche loro nel Campo Profughi di Campo Marzio,’ ora sono tutti in Canadà.

Nel 1967/70 fummo obbligati a accettare un casa popolare comunale ripetutamente rifiutata perché non in grado di pagare l’affitto, seppur minimo, e le utenze; mio fratello studiava, mia madre, vedova, alternava il Sanatorio Triestino al lavoro, nono-stante la malattia, in fabbrica alla Lavanderia a vapore Triestina, mio padre era morto nel 1965.

Queste mie traversie, sofferenze e umiliazioni sono comuni a tanti Esuli Giuliani e Dalmati…..i più poveri certamente.

NON HO MAI SENTITO LAMENTARSI DI TALE SITUAZIONE: PER NOI ERA NORMALE SOFFRIRE PER ESSERE ITALIANI. Mai una manifestazione di protesta.

Mi vergogno di tale tali cose intime e dolorose, mi sforzo per fare capire ai giovani, CUI NOI DEMANDIAMO IL DOVERE DI FAR MEMORIA E TRAMANDARE LA NOSTRA STORIA.

Lo spirito della nostra gente è semplice, pacifica e religiosa, ma è orgogliosa della propria identità culturale e per tale ha sopportato l’inverosimile, almeno noi abbiamo salvato la vita e cosa che non è successo a migliaia di nostri Compatrioti.

Termino con l’unica cosa che ci è rimasto, il nostro dialetto:

IERIMO SEMO E SAREMO SEMPRE ITALIANI

IERA XE SARA’ SEMPRE l’ISTRIA ITALIA

nella pace e rispetto, ma anche nella verità.

NON C’E GIUSTIZIA SENZA VERITA’

Viva sempre e comunque l’Italia

Luigi Perini – Presidente del Comitato provinciale di Como dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia

Condividi:

Related posts