L’arrivo delle precipitazioni è importante per le campagne di Varesotto e Lombardia a secco, particolarmente per le semine di primavera del mais, ma rappresenta una boccata d’ossigeno anche per i trapianti di pomodoro, l’erba medica, le coltivazioni autunnali come frumento e orzo, e per i terreni destinati a soia.
È quanto afferma Coldiretti Varese in relazione al sopraggiungere dell’ultima perturbazione sulla regione con abbassamento delle temperature.
Un colpo di coda dell’inverno che dal punto di vista climatologico ha fatto segnare a livello italiano una temperatura superiore di 1,21 gradi la media storica ma l’anomalia è addirittura di 1,38 gradi in più al Nord sulla base delle elaborazioni Coldiretti su dati Isac Cnr che rileva le temperature in Italia dal 1800.
Sul fronte delle riserve idriche la situazione in Lombardia rimane grave, con scorte per 1,3 miliardi di metri cubi a fronte dello storico 3,2 miliardi, secondo gli ultimi dati regionali. Gli effetti della siccità – evidenzia Coldiretti Varese – sono evidenti nei grandi laghi: il Maggiore resiste al 45%, ma il lago di Como è pieno solo al 23%, il lago d’Iseo al 26%, mentre il livello del Garda crollato a 46 centimetri sfiorando il minimo storico del periodo registrato 70 anni fa, con un riempimento poco oltre il 36%. Il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca (Pavia) è invece a -3,5 metri con le sponde ridotte a spiagge di sabbia come non accadeva da decenni.
Se pioggia e neve sono dunque attese, i forti temporali con precipitazioni violente soprattutto se accompagnati da grandine – aggiunge la Coldiretti – rischiano di provocare danni irreparabili alle coltivazioni e ai frutteti, ma anche frane e smottamenti poiché i terreni secchi non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento.
Un rischio per la produzione agricola dopo che nei giorni scorsi il brusco abbassamento delle temperature notturne ha portato gelate tardive anche in Lombardia, colpendo i frutteti dell’Oltrepo pavese e del Mantovano e facendo scattare sui meleti della Valtellina gli impianti di irrigazione antibrina.
I raccolti – spiega Coldiretti – sono sempre più esposti alle conseguenze dei cambiamenti climatici che nell’ultimo anno hanno causato danni per oltre 6 miliardi all’agricoltura italiana. L’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.