Coldiretti Varese: “I nostri AgriMercati esempio virtuoso di sostenibilità green”

La “svolta green e sostenibile” delle famiglie passa attraverso gli AgriMercati di Coldiretti, “che in provincia di Varese stanno dimostrando un importante ruolo sociale e di prossimità, ancor più importante in questo inizio d’anno ancora costellato dall’emergenza sanitaria”, come rimarca Fernando Fiori, presidente della Coldiretti provinciale. Con la Lombardia e l’area prealpina di nuovo “in zona rossa”, l’agricoltura resiste e continua ad essere a fianco dei consumatori, sia confermando gli appuntamenti con i farmer’s market del territorio (che restano attivi in sicurezza, nel pieno rispetto delle norme anticontagio), sia potenziando le consegne a domicilio svolte direttamente dalle imprese agricole.

Dall’acquisto di prodotti a minor impatto ambientale al taglio degli sprechi, dall’interesse per le energie rinnovabili al riciclo, dalla sharing economy alla mobilità più sostenibile sono molti – sottolinea Coldiretti Varese – i segnali che indicano una crescente attenzione alla riduzione del consumo delle risorse del pianeta.

Per migliorare la situazione ambientale, secondo un’indagine condotta da Coldiretti/Ixe’, il 59% dei consumatori ritiene che siano necessari interventi radicali e urgentissimi sullo stile di vita. Se poi si guarda alle scelte che ognuno è disposto a fare per tutelare l’ambiente esiste una schiacciante maggioranza del 72% che sarebbe disposta a ridurre gli spostamenti in auto, scooter e motocicletta mentre più di 8 su 10 (82%) preferisce prodotti Made in Italy per sostenere l’economia, l’occupazione e valorizzare le risorse del territorio.

Nella città capoluogo, Varese, oggi i farmer’s market settimanali sono due: uno nella centralissima piazza Giovine Italia, ogni giovedì mattina, il secondo è nel piazzale dello stadio di Masnago, ogni venerdì mattina (domani il prossimo appuntament); a Induno Olona l’AgriMercato si svolge ogni primo, terzo, quarto e quinto sabato del mese nel rione San Cassano. Infine, a Gallarate il Mercato di Campagna Amica si tiene ogni martedì mattina in via Torino.

 L’attività dei Mercati Agricoli, quindi, ha ricadute rilevanti non solo sulle imprese ma anche sulla società nel suo insieme e che ha base su principi e prassi oggi ampiamente condivisi e promossi anche dalle policy europee della strategia “farm to fork” all’interno del “green deal” e dal piano “next generation EU”.

“Il successo degli AgriMercati firmati da Campagna Amica in provincia di Varese è tangibile e conferma il nostro impegno nel promuovere la sicurezza alimentare dei cittadini e un rapporto col cibo basato su una relazione diretta e virtuosa con i produttori” rimarca il presidente Fiori.

Se infatti i mercati contadini erano inizialmente considerati un canale di nicchia e analogo ai classici mercati rionali, oggi si sono affermati come un modello innovativo, sempre più globale (“food hub”), che solo in Italia ha raggiunto oltre 16 milioni di consumatori, un livello di fidelizzazione del 72% e di soddisfazione pari all’81% (dati istituto Ixè 2020).

I consumatori che scelgono di recarsi nei mercati contadini sono portati all’acquisto, come oramai è noto, dalla provenienza locale dei prodotti, dalla freschezza e stagionalità e dalla sicurezza in termini di salubrità e di qualità; secondo un’indagine condotta presso gli AgriMercati, quasi la totalità dei consumatori intervistati (9 su 10) afferma che comprare prodotti certificati DOP/IGP o direttamente dai produttori agricoli italiani è la principale fonte di garanzia per la propria sicurezza alimentare. Ma c’è un altro driver di scelta che i produttori devono sempre monitorare e verificare, ovvero il rapporto qualità/prezzo. Complice il periodo di contrazione dell’economia nazionale come conseguenza dell’emergenza sanitaria, 1 acquirente dei Farmers’ Market di Campagna Amica su 4 afferma che avrebbe qualche difficoltà se i prezzi aumentassero. Un aumento improprio dei prezzi dei prodotti potrebbe tradursi quindi in una riduzione della clientela e della fidelizzazione.

Ma anche per le imprese agricole, “una relazione diretta con i cittadini è e resta di grande importanza per orientare al meglio i propri sforzi produttivi, soprattutto permettendo una migliore promozione dei prodotti meno conosciuti rispetto all’offerta standardizzata delle normali filiere lunghe di distribuzione alimentare e ha consentito di capire cosa piace di più ai consumatori”.

Il canale dei farmers’ market rappresenta anche una maggior sicurezza di vendere la propria produzione; una parte delle imprese dichiara di aver ridotto la quota dei propri scarti di produzione (food loss), aspetto importante che ha il suo riflesso nella riduzione degli sprechi alimentari (food waste) e quindi in una minor impronta ecologica dell’intera filiera. Ciò vale anche nell’ambito delle dinamiche economiche e ambientali legate ai trasporti: si calcola ad esempio che – sottolinea la Coldiretti provinciale – un chilo di ciliegie dal Cile per giungere sulle tavole della provincia di Varese deve percorrere quasi 12mila chilometri con un consumo di 6,9 chili di petrolio e l’emissione di 21,6 chili di anidride carbonica, mentre un chilo di mirtilli dall’Argentina deve volare per oltre 11mila chilometri con un consumo di 6,4 kg di petrolio che liberano 20,1 chili di anidride carbonica attraverso il trasporto con mezzi aerei.

L’Italia è l’unico Paese al mondo che può contare su una unica rete organizzata di farmers market a che mette a disposizione delle famiglie circa 1.200 mercati contadini a livello nazionale sia all’aperto che al chiuso con una varietà di prodotti che – spiega Coldiretti Varese – vanno dalla frutta alla verdura di stagione, dal pesce alla carne, dall’olio al vino, dal pane alla pizza, dai formaggi fino ai fiori per una spesa annua che prima dell’emergenza ha raggiunto i 2,5 miliardi di euro.

Nei mercati dei contadini è possibile anche trovare specialità del passato a rischio di estinzione che sono state salvate grazie all’importante azione di recupero degli agricoltori e che non trovano spazi nei normali canali di vendita dove prevalgono rigidi criteri dettati dalla necessità di standardizzazione e di grandi quantità offerte

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