In San Vittore ricordata l’opera di don Vittorione

In occasione della presentazione del libro “Don Vittorione l’africano” (Pietro Macchione Editore, pp. 232 € 20,00), nella serata di giovedì 20 Ottobre, si sono dati appuntamento nella basilica di San Vittore in Varese, insieme all’autore, il giornalista Gianni Spartà, il prevosto, monsignor Luigi Panighetti e i numerosi amici del generoso Missionario.

Proprio questi ultimi – Marco Canovi, Carlo Ruspantini, Grace Galmarini, Filippo Ciantia, Italico Rossotti, Piergiorgio Da Rold – sapientemente coordinati dal giornalista Gianfranco Fabi, si sono avvicendati al microfono per dare testimonianza della figura del varesino don Vittorio Pastori (1926-1994), popolarmente conosciuto come don Vittorione per il fisico corpulento. Per la sua stazza non provava imbarazzo; anzi con arguta autoironia, ricordava spesso ai suoi interlocutori che «di gràss, l’é bell fidàss!» («dei grassi è bello fidarsi!»).

Il 31 Agosto 2019 Varese gli ha conferito alla memoria il premio “Martinella del Broletto” e pochi giorni dopo, nel mese di Settembre in san Vittore, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua morte, l’arcivescovo Mario Delpini, ne ha ricordato la figura nell’omelia di una concelebrazione eucaristica presieduta accanto a diversi vescovi.

Monsignor Panighetti, nel sottolineare come sia la prima volta che la presentazione di un libro avvenga sotto le volte della plurisecolare basilica, ha incoraggiato i numerosi presenti a riflettere sulle virtù di don Vittorione, figlio spirituale della comunità varesina che egli ha definito «impastata di fede, azione e cura degli altri».

Il Prevosto ha tenuto anche a precisare che la presentazione del libro cade a pochi giorni dalla giornata missionaria mondiale che la Chiesa si appresta a celebrare domenica 23 Ottobre sul tema “Di me sarete testimoni”. La preziosa opera prestata da don Vittorione, ha chiosato monsignor Panighetti, è ancora oggi necessaria se si osserva il tenore di vita di milioni di Africani oppressi dalla scarsità di cibo e persino di acqua.

Don Vittorione ha speso la vita per il prossimo fin da giovane, da quando, a suo rischio e pericolo, portava in salvo in Svizzera ebrei e soldati angloamericani.

Per quindici anni gestì con un certo successo un ristorante, ma nel 1966, dall’incontro con don Enrico Manfredini, parroco di San Vittore, la sua vita prese una svolta radicale. Dalla collaborazione con il sacerdote, che gli affidò l’incarico di amministrare la parrocchia di san Vittore, nacque un sodalizio destinato a proseguire a Piacenza, dove Manfredini divenne vescovo e don Vittorione, seguendolo, fu chiamato a ricoprire l’incarico di economo della diocesi e del seminario.

Nel 1972, su incarico di monsignor Manfredini, Vittorione (non ancora don) va nel Karamoja, una delle regioni più povere dell’Uganda e ne rimane sconvolto. Rientrato in Italia a Piacenza fonda il Movimento Africa Mission e successivamente la Onlus “Cooperazione e sviluppo”.

Da allora compirà 147 viaggi connettendo Piacenza, Varese, Belluno, l’Alto Adige e la Campania al Karamoja. Il 25 Dicembre 1976 è ordinato diacono dal vescovo di Gulu, monsihgnor Kihangire, che lo ordinerà prete il 15 Settembre 1984 al palasport di Varese.

Grazie al suo impegno missionario dal 1992 sono stati inviati in Africa 92 aerei argo, 265 container e 45 tir, con 13.000 tonnellate di generi di prima necessità. Nello stesso periodo, sotto la sua direzione, sono stati realizzati 1.168 pozzi di acqua potabile e ne sono stati riparati (anche nel Sud Sudan) altri 1780. Ancora a lui sono ascrivibili 18 progetti di sviluppo in diversi Paesi africani nei settori idrico, sanitario, agro-zootecnico e socio-educativo.

Il 2 Settembre 1994 muore colpito da infarto e viene sepolto nel cimitero della Rasa, frazione di Varese dove era nato 68 anni prima.

Alle testimonianze per la presentazione del libro si sono alternate alcune opere di Bach eseguite all’organo dal maestro Gabriele Conti.

Condividi:

Related posts