Finita l’era dei diktat di Speranza inizia quella di Bertolaso

«La Lombardia sta pensando a una tessera sanitaria “a punti” per premiare coloro che aderiranno ai vari screening sanitari proposti dalla Regione» È quanto ha annunciato l’assessore al Welfare di Regione Lombardia, Guido Bertolaso, nel corso di una conferenza stampa, giovedì 16 Febbraio, concetto ribadito anche durante il forum Sanità organizzato dalla Consulta Nazionale di Forza Italia.

L’Assessore lancia un’idea di schedatura anche se posta in termini di punti per premiare chi segue stili di vita corretti.

L’idea paventata dall’Assessore al Welfare di Regione Lombardia consiste nel sottoporsi periodicamente ad alcuni screening decisi dalla Regione per evitare malattie cosiddette “prevedibili” come il tumore del Colon, del polmone, dell’intestino, della cervice uterina.

Una serie di diktat sanitari che sembrano volti a voler rendere la vita dei lombardi migliore e, più avanti probabilmente di tutti gli italiani, combattendo malattie insidiose come il cancro, ridurre le ospedalizzazioni e i costi della spesa sanitaria.

È trascorso solo un anno da quando i lombardi hanno riposto nel cassetto il green pass che non permetteva a chi non si sottoponeva ad una dittatura sanitaria attraverso l’ inoculazione obbligatoria del vaccino anti-Covid, di lavorare, entrare in banca, uffici postali, scuola, musei, cinema, bar.

Chi non si vaccinava era considerato alla stregua di “un assassino” come più volte ribadito dal presidente del Consiglio, Mario Draghi e con lui dall’intera vulgata dei virologi come Pregliasco, Galli (sottoposto a tre dosi di vaccino infettato dal Covid e curato con i monoclonali), Rezza, Ricciardi, Burioni, Bassetti, medici diventati famosi solo perché apparsi più volte in televisione.

Il proggetto di Bertolaso fa sorgere numerosi interrogativi.

Perché i lombardi devono sottostare a un ente che, più che insegnare, impone loro comportamenti in campo medico?

Essere ligi ai dettami della Regione Lombardia che cosa comporterà? Presumibilmente premi, come annunciato dallo stesso Bertolaso che, in occasione delle Olimpiadi di Milano-Cortina 2026, parrebbe disposto ad assegnare skipass gratuiti a chi avrà seguito rigorosamente le regole da lui dettate. Domanda: che cosa verrà tolto a chi non seguirà le regole bertolasiane?

Una tessera sanitaria a punti suscita sospetti e non pochi timori per un permanente monitoraggio della vita dei lombardi.

La sanità non deve essere paragonata ad una corsa a premi: chi è più bravo avrà ospedali, cure, dottori migliori; e chi invece non raggiungerà gli standard imposti da Bertolaso sarà considerato malato di serie B?

L’autonomia differenziata è l’apripista perché alcune regioni possano imporre ai propri cittadini regole in ambiti come quello sanitario? Non sarà un’occasione per aprire la porta a polizze sanitarie che avranno un premio basso solo a chi sarà ligio nel seguire le direttive?

La tessera sanitaria è un green pass molto più esteso. Tutti la posseggono e caricandola di pass legati a specifiche procedure da osservare potrebbe diventare un formidabile strumento di controllo, soprattutto per le nuove generazioni. Per esempio ad un giovane potrebbe essere inibita la formazione scolastica o l’iscrizione ad una facoltà universitaria se privo di talune specifiche vaccinazioni.

La tessera sanitaria non potrebbe presto diventare uno strumento selettivo per decidere chi è più incline ad accettare talune “regole” e quindi ad essere favorito, o a non accettarle e conseguentemente ad essere punito?

Perché i lombardi dovranno accumulare dei crediti per curarsi nella loro regione?

Bertolaso, raccogliendo la preoccupazione espressa dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, vende la sua proposta come un modo per ridurre i costi della sanità: la prevenzione riduce le ospedalizzazioni.

L’Assessore, scelto dal presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana e ancora prima da Letizia Moratti per affrontare l’emergenza Covid, ora siede su una delle poltrone più importanti della Regione, la Sanità. Non militando in alcun partito, è l’uomo che sembra in grado di rendere tutto più snello soprattutto a livello organizzativo. Certamente ad affidargli quel delicato, ma anche molto importante, assessorato è stata la Lega, che evidentemente deve anche avergli garantito ampia libertà d’azione, con il consenso esplicito di Forza Italia e Fratelli d’Italia.

Non a caso Bertolaso ha presentato il suo progetto al Forum Sanità organizzato a Milano dalla Consulta Nazionale di Forza Italia.

Non a caso FI è stato il partito che, durante la pandemia, insieme a tutti gli altri che sostenevano il governo Draghi, per bocca della senatrice Ronzulli si distinse nell’imporre il green pass cominciando dalle categorie professionali: prima i medici, poi gli avvocati e via via tutte le altre.

Con il green pass le persone che non hanno voluto sottomettersi ai dettami di Speranza, Draghi, Ronzulli, etc. sono state apostrofate e vilipese alla stregua dei peggiori criminali.

Chi non aderirà alla tessera sanitaria a punti verrà accusato di gravare sulle spese della Regione e dello Stato?

La Sanità, che significa salute della persona, è da sempre un tema esistenziale ed oggi il vero tema è di interrogarsi su come eliminare le disuguaglianze tra chi si può curare e chi no.

Una tessera sanitaria a punti non produrrà un trattamento sanitario migliore, ma un sistema sempre più dipendente dal denaro, un sistema volto al controllo delle persone e per nulla utile a chi ha veramente bisogno di cure.

didascalia: Guido Bertolaso assessore al Welfare di Regione Lombardia

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