Siglato accordo con regione Ecclesiastica per valorizzare patrimonio dell’identità lombarda

Valorizzare e salvaguardare il ricchissimo patrimonio di beni culturali della Regione ecclesiastica lombarda che raggruppa le Diocesi di Bergamo, Brescia, Como, Crema, Cremona, Lodi, Mantova, Milano, Pavia e Vigevano.

Questo l’obiettivo del Protocollo d’Intesa sottoscritto dall’assessore Autonomia e Cultura della Regione Lombardia, Stefano Bruno Galli e da S.E. Mons. Corrado Sanguineti, vescovo di Pavia e delegato ai Beni Culturali per la Conferenza Episcopale lombarda.

Hanno partecipato alla sottoscrizione anche mons. Franco Agnesi, vicario generale dell’Arcidiocesi di Milano; mons. Giuseppe Scotti, segretario della Conferenza Episcopale Lombarda; mons. Luca Bressan, Vicario Episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale dell’Arcidiocesi di Milano e l’architetto Carlo Capponi, incaricato per i Beni Culturali della Conferenza Episcopale Lombarda.

“Il ricchissimo patrimonio storico e artistico di carattere religioso costituito sia da circa 130.000 beni mobili e 6.000 immobili– ha detto Galli – è una parte significativa dell’intero patrimonio culturale lombardo. La rilevanza di quello ecclesiastico è altresì dimostrata da numerosi riconoscimenti Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità. Penso alla Chiesa al Convento domenicano di Santa Maria delle Grazie e all’Ultima Cena di Leonardo (riconosciuti nel 1980), ai Sacri Monti di Varese e Ossuccio (2003), alla Chiesa della Beata Vergine Incoronata di Sabbioneta (Mantova e Sabbioneta 2008), sino alla Chiesa di Santa Maria foris portas di Castelseprio, al Monastero di Torba e al complesso monastico di San Salvatore-Santa Giulia di Brescia (riconoscimento Longobardi 2011)”.

“Pertanto – ha continuato – Regione Lombardia considera un atto doveroso quello di accompagnare le Diocesi lombarde – con particolare attenzione alla progettazione strategica pluriennale e inter-istituzionale dell’Unione Europea – nel perseguire tutte le possibili strade che consentano loro di acquisire le conoscenze, i mezzi e le relazioni necessarie per salvaguardare, valorizzare e continuare a tramandare al meglio questo immenso giacimento di storia, arte e tradizioni, che va considerato parte integrante e fondativa dell’identità culturale e del più autentico spirito lombardo. La sottoscrizione di questa intesa giunge a coronamento di un lungo impegno istituzionale rivolto al patrimonio ecclesiastico. Basti ricordare il bando destinato ai Beni culturali mobili e immobili di enti ecclesiastici, che fu accolto con grandissimo favore e che ha visto impegnati quasi venti milioni di euro in tre anni (2019-2021) a copertura di quasi novanta progetti di ristrutturazione diffusi su tutto il territorio regionale”.

Grande soddisfazione per un accordo che punta a valorizzare la bellezza di un patrimonio che non è “soltanto della Chiesa e per la Chiesa, ma che ha a che fare con la storia di tutti i lombardi” è stata espressa dal vescovo Corrado Sanguineti.

”Questi beni – ha aggiunto – sono legati alla vita della comunità cristiana che non è una setta che si nasconde, ma una realtà che ha una sua rilevanza sociale e pubblica e interagisce con la società multiculturale di oggi in cui anche certi linguaggi della fede, una volta conosciuti da tutti, oggi rischiano di non esserlo. Allora promuovere questo patrimonio e renderlo fruibile a tutti vuol dire offrire la possibilità di leggere una storia. I beni culturali hanno inevitabilmente a che fare con il linguaggio tipico e universale delle bellezza che non ha solo un valore estetico, ma anche antropologico. E da questo punto di vista religioso, ogni esperienza religiosa ha sempre prodotto bellezza”.

Da qui la sottolineatura del “valore altamente positivo di questa attenzione di Regione Lombardia nei confronti della Regione Ecclesiastica lombarda”.

“Questa firma ha sottolineato il vescovo di Pavia – manifesta è sinonimo delle buone relazioni che sussistono la Regione da una parte e le Diocesi Lombarde dall’altra. Inoltre questo accordo rappresenta un ulteriore passo avanti nella promozione culturale. Non si tratta solo di tutela e conservazione di beni, ma anche di un’occasione di formazione umana, culturale e spirituale delle persone”.

I CONTENUTI L’Intesa consente di costruire politiche di ampio respiro, con nuovi metodi gestionali e finanziari, e di collocare il patrimonio culturale di carattere religioso nell’articolato contesto delle politiche europee di valorizzazione dei Beni Culturali.

Per Beni Culturali di carattere religioso s’intendono il patrimonio immobile (dagli edifici di culto ai luoghi di aggregazione), quello mobile (dagli arredi liturgici, quadri, statue, al patrimonio archivistico e librario), quello immateriale (tradizioni e saperi) e i paesaggi culturali di matrice religiosa.

L’Intesa, la prima in Italia di questa portata, apre la strada a un futuro modello di governance multilivello e di rappresentanza multi-istituzionale, tenendo conto della specificità del patrimonio culturale italiano e lombardo, che presenta intense relazioni dei soggetti coinvolti, tra pubblico e privato.

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