Il 4 novembre si celebra San Carlo Borromeo, figura centrale della riforma cattolica del XVI secolo e pastore instancabile della Chiesa di Milano. Ma il suo nome è legato soprattutto ad Arona, sua città natale affacciata sul Lago Maggiore, che conserva ancora oggi un profondo legame con il Santo.
Carlo Borromeo nacque ad Arona nel 1538, nella Rocca Borromea che domina la città e il lago. Fu battezzato nella Collegiata di Santa Maria Nascente e celebrò la sua ultima messa nella Chiesa dei Santi Martiri, prima di morire a Milano la sera del 3 novembre 1584. Ad Arona, il maestoso San Carlone, la gigantesca statua eretta in suo onore nel Seicento, ricorda ancora oggi la grandezza del suo esempio di fede.
Appartenente a una famiglia nobile, Carlo intraprese la carriera ecclesiastica e si laureò in diritto a Pavia. Chiamato a Roma dallo zio Papa Pio IV, divenne a soli 22 anni cardinale e poi arcivescovo di Milano. Ebbe un ruolo decisivo nella riapertura del Concilio di Trento e nella riforma della Chiesa.
A Milano si dedicò totalmente al suo ministero fondò seminari, ospedali e opere di carità, visitò le parrocchie della diocesi e durante la peste del 1576 assistette personalmente i malati, offrendo se stesso per la salvezza dei fedeli.
Canonizzato nel 1610, San Carlo è ricordato come modello di fede, umiltà e servizio. San Carlo Borromeo rimane ancora oggi un esempio luminoso di fede, carità e coraggio evangelico. La sua vita, spesa senza risparmio per la Chiesa e per i poveri, richiama ogni credente a riscoprire la centralità dellaf ede e l’impegno concreto verso il prossimo, in un mondo spesso distratto dai beni materiali.
In lui Arona non celebra il suo cittadino più illustre, ma un testimone universale di amore cristianao, capace di portare luce anche nei tempi più difficili.
