In politica c’è davvero tanto bisogno di moderazione? Sì, almeno stando a quanto dichiarato, all’unisono, da tutti i partecipanti alla tavola rotonda svoltasi, nel tardo pomeriggio di venerdì 10 Gennaio, presso Villa Recalcati (piazza Libertà 1) a Varese.
Raffele Cattaneo, sottosegretario alla presidenza di Regione Lombardia (Noi Moderati), è riuscito nell’impresa di mettere insieme una compagine di “addetti ai lavori” di diversa provenienza politica chiamandoli a confrontarsi sul tema: “Il contributo dei moderati e dei popolari: una proposta politica. L’esperienza della provincia di Varese”.
Dopo i saluti istituzionali di Marco Magrini, presidente della Provincia e di Davide Galimberti, sindaco di Varese, Mattia Premazzi, consigliere provinciale e sindaco di Venegono Infriore, ha svolto la relazione introduttiva per orientare il dibattito animato dagli oratori invitati.
Così, per oltre due ore, si sono succeduti sul palco, nell’ordine: Matteo Bianchi, già deputato e ora consigliere comunale di Varese (Lega), Giuseppe Licata, consigliere regionale (Forza Italia), Roberto Molinari, assessore ai Servizi sociali di Varese (Pd), Simone Longhini, coordinatore provinciale FI, on. Alessandro Colucci (Noi Moderati), on. Maria Chiara Gadda (Italia Viva), on. Andrea Pelliccini (Fratelli d’Italia).
Maurizio Lupi, leader di Noi Moderati ha poi tratto le conclusioni sottolineando, in particolare, che «la moderazione in politica non è solo un metodo, ma un vero e proprio programma con tanto di valori e obiettivi concreti da proporre, ma soprattutto da raggiungere a beneficio dei cittadini».
Molte le riflessioni emerse dai diversi interventi. Innanzi tutto il motivo dell’incontro spiegato da Cattaneo: «Abbiamo inteso offrire un momento di dibattito tra moderati che sono presenti nei diversi partiti perché noi intendiamo la politica come confronto e non come scontro tra avverse tifoserie».
Molti hanno osservato che negli enti locali gli amministratori ottengono risultati se riescono a fare sistema andando oltre le appartenenze di partito. È stato ripetutamente evocato il principio di sussidiarietà, così come è spesso risuonato il termine “mediazione”.
In pratica si è fatto osservare che governare anche un comune, in una realtà complessa come è quella attuale, implica la ricerca di competenze che vanno oltre l’appartenenza politica. Insomma la lotta tra Capuleti e Montecchi, di Shakespeariana memoria, non s’addice alla politica che, pur ormai incanalata da un trentennio nel solco del bipolarismo, non deve degenerare in patologiche forme per le quali non esiste più l’avversario da contrastare con rispetto, ma il nemico da eliminare.
Da uno studio commissionato da Noi Moderati nel mese di Novembre 2024 è emerso che sarebbero 10 milioni gli elettori moderati distribuiti in tutti i partiti e altri 8.815.000 risulterebbero quelli che non votano. Una platea gigantesca che se si dovesse esprimere compatta darebbe vita ad un partito di 19 milioni di elettori.
Interessante anche l’accenno a Eu-Polis, l’associazione che aggrega comuni di area moderata risultando, per ora, un laboratorio che potrebbe stimolare però, in futuro, la nascita di esperienze ben oltre e al di fuori del territorio provinciale.
Il numeroso pubblico (molti i sindaci presenti) non ha mancato di sottolineare con applausi i ripetuti richiami, rivolti ai deputati presenti, perché si attivino ad abrogare la legge Delrio e a sostituirla con un’altra che introduca di nuovo l’elezione da parte dei cittadini dei consigli provinciali.
L’incontro è stata anche un’occasione per raccogliere adesioni a Noi Moderati che, secondo un recente sondaggio, stenterebbe a mantenere quel 2 per cento raggiunto alle elezioni del 2022.
È vero che spesso la quantità è a scapito della qualità, ma in politica contano i voti e a Noi Moderati, per essere più incisivi, ne occorrono parecchi.
Didascalia: un momento dell’incontro promosso da Noi Moderati