Vaccino autoreplicante Kostative e morti improvvise. Silenzio del Governo

Sta per sbarcare in Europa Kostative, un nuovo vaccino a mRNA autoreplicante che promette – o meglio, minaccia – di rivoluzionare il concetto stesso di vaccinazione. Non servirà più che tutti lo ricevano volontariamente: basterà inocularlo a una parte della popolazione, che poi potrà “trasmettere” il vaccino agli altri.

Sì, avete letto bene: le persone potrebbero venire “vaccinate” anche senza il loro consenso, semplicemente entrando in contatto con chi ha ricevuto la dose.

Davanti a questa prospettiva inquietante, medici del Comitato Scientifico Indipendente (sbrigativamente bollati come “no vax” dai soliti media allineati) hanno lanciato un appello urgente al Governo per chiedere una moratoria sull’introduzione di questo vaccino.

A preoccupare non è solo la natura sperimentale della tecnologia, ma soprattutto l’impatto etico: che fine fa il diritto all’autodeterminazione sanitaria? È accettabile che una parte della popolazione venga “trattata” senza nemmeno saperlo?

Mentre cresce la preoccupazione, almeno tra i cittadini più informati, che fa il ministro della Salute, Orazio Schillaci? Tace. Nessuna dichiarazione. Nessun chiarimento. Un silenzio assordante, che ha il sapore della complicità. Del resto diversi giornali hanno recentemente annotato che il Ministro si sia circondato di consulenti che durante la pandemia si sono distinti per vaccinazioni di massa.

Che Cosa si nasconde dietro questa corsa al vaccino autoreplicante? Perché nessuno si prende la responsabilità di spiegare ai cittadini se saranno ancora liberi di scegliere che cosa introdurre nel proprio corpo?

La Costituzione italiana tutela la libertà individuale anche in ambito sanitario, ma con Kostative si rischia di scivolare verso una forma subdola di vaccinazione forzata, senza nemmeno il coraggio di chiamarla col suo nome.

La domanda è semplice: il governo da che parte sta? Dalla parte della scienza trasparente e del rispetto dei diritti, o dalla parte di un’industria farmaceutica che insegue profitti e sperimentazioni sulla pelle della gente?

Il tempo delle ambiguità è finito. I cittadini meritano risposte. E soprattutto, meritano rispetto.

Non è possibile che l’informazione passi dai social. Ci sono temi, molto seri, come la salute, che devono essere oggetto di profonde riflessioni.

Negli Stati Uniti, dove il ministro per la Salute Robert Francis Kennedy Jr. è fortemente impegnato a tutelare la salute dei propri connazionali, il silenzio non è caduto sulle indagini che stanno mettendo in luce gli effetti avversi provocati dai vaccini somministrati durante il Covid-19.

Nel nostro Paese le cosiddette morti improvvise allarmano perché stanno colpendo troppi giovani e non pochi atleti.

Una équipe di medici in Toscana, coordinata dai professori Michele Emdin e Alberto Giannoni della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e della Fondazione Monasterio, interpellata da “Il Tirreno”, sostiene che appaia giustificato «considerare la morte cardiaca improvvisa giovanile come una condizione sanitaria di assoluta rilevanza».

Nell’intervista i Professori sottolineano che il decesso improvviso, soprattutto di una persona giovane, ha un «impatto sociale devastante».

«Poche condizioni mediche sono più traumatiche della morte improvvisa, non anticipata da nessun sintomo», confermano. «La perdita improvvisa di un giovane crea un trauma profondo nelle famiglie e nelle comunità, con conseguenze emotive e psicologiche di lunga durata».

Sono troppo frequenti le notizie di persone che, apparentemente non gravate da malattie, muoiono improvvisamente. Così come stupiscono l’insorgere di acciacchi e problemi sanitari di vario genere che affliggono persone, anche atletiche e sportive, dopo avere assunto tre dosi di vaccino anti Covid-19.

Cresce in molti il sospetto che si stiano coprendo le responsabilità, anche di alte personalità, che si sono associate alla campagna vaccinale promuovendola e imponendola senza avere la certezza che fosse davvero necessaria.

La verità prima o poi viene a galla o per dirla come Seneca, “Veritas numquam perit” (la verità non muore mai).

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