Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College – Si potrebbe, condizionale d’obbligo visto le parti in causa, aprire in questi giorni un nuovo fronte di guerra, fatto che, al momento, non deve far distogliere l’attenzione dal difficile processo di pace a Gaza e all’egualmente complesso futuro della guerra tra Ucraina e Russia.
In realtà in queste ore, l’amministrazione ad interim di Kabul ha confermato che il Pakistan ha compiuto attacchi aerei notturni nella provincia di confine afghana di Paktika, mentre i funzionari delle due parti si preparavano a tenere colloqui di pace nella capitale del Qatar, Doha.
“Ieri sera, le forze aeree pakistane hanno nuovamente condotto attacchi aerei su aree civili a Paktika, causando vittime e feriti tra i civili”, ha dichiarato il portavoce dell’amministrazione ad interim afghana, Zabihullah Mujahid, in una dichiarazione tramite il social media statunitense X.
Lo stesso Mujahid, tuttavia, ha affermato che alle forze afghane è stato ordinato di “astenersi dall’intraprendere nuove operazioni militari in questo momento”. Secondo un’emittente afghana almeno 17 persone sarebbero morte durante gli attacchi di venerdì sera nella provincia di Paktika, l’amministrazione ad interim non ha confermato il numero delle vittime degli ultimi attacchi mentre il ministro dell’Informazione pakistano Ataullah Tarar ha confermato gli attacchi aerei contro quelli che ha descritto come “accampamenti di militanti (o forse meglio: terroristi) accertati” di Kharji Gul Bahadur nelle zone di confine dei distretti del Waziristan settentrionale e meridionale, lungo il confine tra Pakistan e Afghanistan”. Gli attacchi aerei in Afghanistan hanno fatto seguito ad almeno due attacchi d’infiltrati in Pakistan, in cui sono rimasti uccisi civili e soldati pakistani. Il ministro ha confermato sia il numero delle vittime sia il fatto che i militanti stavano “operando provenendo dall’Afghanistan”.
“Il Pakistan crede sinceramente che la strada da seguire risieda nella risoluzione di questa complessa questione del terrorismo sponsorizzato dall’India e proveniente dal suolo afghano attraverso colloqui e il controllo di attori non statali da parte delle autorità afghane”, ha dichiarato Tarar.
Importante sottolineare che Nuova Delhi non ha ancora risposto alla dichiarazione del ministro pakistano che possono di certo aumentare la tensione tra i due stati (entrambi in possesso di armi nucleari).
Funzionari di Kabul e Islamabad parteciperanno, comunque, colloqui in Qatar, a Doha, come precedentemente concordato. La delegazione afghana guidata dal Ministro della Difesa a interim Mawlawi Mohammad Yaqoob Mujahid ha ribadito che l’Afghanistan rimane impegnato a favore di una risoluzione pacifica e della stabilità regionale. Tuttavia, gli incidenti in corso, per gli afghani, sono interamente il risultato dell’aggressione da parte pakistana. Kabul e il suo governo non ancora riconosciuto dalla stragrande maggioranza degli stati europei vive un periodo di difficoltà economiche ed è poco credibile quando asserisce, di non essere consapevole che sul territorio afghano insistono numerosi gruppi terroristici e il loro campi di addestramento.
La delegazione pakistana è guidata dal Ministro della Difesa Khawaja Asif che ha dichiarato “I colloqui si concentreranno su misure immediate per porre fine al terrorismo transfrontaliero contro il Pakistan proveniente dall’Afghanistan e ripristinare la pace e la stabilità lungo il confine tra Pakistan e Afghanistan”, aggiungendo che il Pakistan “non cerca un’escalation, ma esorta le autorità talebane afghane a onorare i propri impegni con la comunità internazionale e ad affrontare le legittime preoccupazioni del Pakistan in materia di sicurezza”. Islamabad e Kabul avevano avuto alcuni scontri di confine la scorsa settimana, per la prima volta dopo il ritorno al potere dei talebani afghani nel 2021.
Le due parti, che avevano, comunque, concordato un “cessate il fuoco” questa settimana e si prevede/spera che i colloqui di Doha normalizzeranno i rapporti. Il capo di stato maggiore dell’esercito pakistano, il generale Asim Munir, ha esortato il popolo afghano a scegliere “la sicurezza reciproca rispetto alla violenza perpetua”. Ha inoltre esortato Kabul a “tenere a freno i terroristi che hanno rifugi in Afghanistan e stanno usando il suolo afghano per perpetrare attacchi efferati all’interno del Pakistan”. Kabul nega (certamente non credibile) che il suo territorio sia utilizzato da tali militanti e ha ribadito il suo impegno a non consentire operazioni terroristiche transfrontaliere.
Rimane da chiarire cosa c’è dietro il conflitto tra Afghanistan e Pakistan. In particolare, atteso che la Missione di Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA) ha confermato che ci sono stati almeno 37 civili uccisi e 425 feriti nello scontro appare ipotizzabile, se non certo, che al centro della disputa c’è l’accusa del Pakistan secondo cui l’Afghanistan nasconderebbe militanti responsabili di attacchi sul suo territorio, un’accusa che il governo talebano, come già indicato, nega. Gli attacchi aerei pakistani sono stati, quindi, giustificati come rappresaglia per l’attentato suicida avvenuto il giorno prima in un complesso di sicurezza a Mir Ali. Notizia di colore è quella del fatto che gli attacchi hanno spinto l’Afghanistan Cricket Board a ritirarsi dalle prossime gare di cricket Tri-Nation in Pakistan.
didascalia: Generale Giuseppe Morabito membro del Direttorio della NATO Defence College
