La barca Italia arenata nelle secche

Il senatore Pier Luigi Bersani, intervistato da La7 all’indomani della rielezione del presidente Sergio Mattarella, non ha nascosto una certa preoccupazione sul futuro dell’Italia.

Dopo alcune settimane di tregua – ha detto – aspettiamoci una campagna elettorale turbolenta con regolamenti di conti all’interno delle forze politiche di maggioranza che si riverseranno, ovviamente, anche sul Governo.

Opinione, la sua, largamente condivisa dal direttore de “La Verità”, Maurizio Belpietro, che nell’editoriale del 31 Gennaio sottolineava come nei prossimi mesi «sarà difficile tenere la barra dritta, perché non comanda più nessuno.

Si va verso la fine della legislatura, ma sopratutto si va verso la conclusione della carriera politica di molti parlamentari, i quali, vuoi per la riduzione dei posti disponibili (ben 315 tra Camera e Senato n.d.r.), vuoi per i cambiamenti in corso con spostamenti significativi dell’elettorato, fra un anno dovranno trovarsi un lavoro.

È facile dunque immaginare che nei prossimi mesi un Draghi indebolito dalla mancata elezione al posto di Mattarella, dovrà fare i conti con un’alta instabilità politica perché deputati e senatori avranno nulla o quasi da perdere, ma da una contestazione dell’esecutivo forse potrebbero trarre guadagno». Previsioni azzeccate da entrambi visto quanto accaduto un paio di giorni fa nel Movimento 5Stelle, in Forza Italia, nella Lega e nel Pd: Vietnam docet.

È in quest’ottica il proposito di lasciare l’Esecutivo (poi rientrato) manifestato dal leghista Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo Economico? Nonostante l’ottimistica visione di Renato Brunetta, ministro per la pubblica amministrazione, il quale vede un futuro radioso per il nostro Paese («il Pil è cresciuto del 6,5 per cento nel 2021 e quest’anno si assesterà attorno al 4,5» ha raccontato a Radio24, emittente di Confindustria), i dati Istat fotografano una realtà allarmante.

L’inflazione è al 4.8 per cento, i disoccupati sono 2,423 milioni (di cui un milione donne), il costo del gas aumenta del 41,8 per cento, quello dell’elettricità del 55. Negli ultimi dieci anni, da Marzo 2011 a Marzo 2021, hanno chiuso 170.000 imprese artigiane. Sono in particolare le ditte individuali, che rappresentano oltre l’80% del comparto, a registrare perdite maggiori (-12,1%), mentre nei primi nove mesi del 2021 hanno dichiarato fallimento 6.700 imprese.

Aldo Cursano vicepresidente vicario della federazione che raggruppa 300.000 bar e ristoranti, ha detto: «Siamo un paziente in terapia intensiva cui il Governo ha deciso di staccare la spina». Hanno chiuso 45.000 imprese.

Del resto il capo del Governo, Mario Draghi, ha ripetutamente sottolineato che debbano sopravvivere solo le aziende che fanno utili. O ce la fanno da sole o chiudono. Ecco perché, nella sua visione tecnocratica, i piccoli e i medi devono scomparire, mentre vanno favorite le fusioni per realizzare grandi (pochi) gruppi in grado di controllare milioni di lavoratori/schiavi.

La logica del green pass suggerisce nulla? Accusare i no-vax di infettare anche quelli che hanno fatto tre vaccinazioni è una buona arma di distrazione di massa, un argomento utile per dividere gli italiani e farli discutere del nulla, mentre il vero obiettivo è di comprimere (o annullare?) artigiani e piccoli e medi imprenditori che sono l’ossatura economica e morale dell’Italia. Che fine ha fatto il principio di sussidiarietà previsto dall’art. 118 della Costituzione?

La vera questione morale del nostro Paese, oltre a resistere agli attacchi contro i valori cristiani (il festival di San Remo ne è un esempio lampante), implica anche una difesa ad oltranza del nostro tessuto economico che è bene incarnato dai piccoli/medi imprenditori e dagli artigiani. L’attuale governo non ci pare all’altezza di portare la barca Italia fuori dalle secche in cui s’è arenata.

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