Il Covid e il mar cinese orientale

Generale Giuseppe Morabito – Membro del Direttorio della NATO Defence College Foundation. A due anni dall’inizio della pandemia di COVID-19, sono stati segnalati più di mezzo miliardo di casi confermati e più di 6 milioni di decessi in tutto il mondo.

Il mondo oggi continua ad affrontare le sfide della pandemia, della fornitura di vaccini e della ripresa post-pandemica.

Tutte le nazioni dovrebbero lavorare insieme e prepararsi a possibili future pandemie o varianti del virus, come noto, proveniente di Wuhan. Ogni singolo stato diventa quindi un partner indispensabile per garantire una ripresa post-pandemica di successo.

Per contenere la pandemia è necessario continuare a cooperare con altri paesi nella ricerca e sviluppo di vaccini e farmaci contro il COVID e per chi ne dispone si è dimostrato utilissimo aver donato ad altri paesi forniture mediche, come mezzi di protezione personale e vaccini.

La 75ma Assemblea dell’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS, l’agenzia ONU specializzata in questioni sanitarie il cui bilancio è composto in larga misura da contributi vincolati a specifici progetti) si terrà dal 22 al 28 maggio.

Negli ultimi cinque anni, la democratica Repubblica di Cina – Taiwan non è stata invitata a partecipare dall’OMS. Per garantire che Taiwan non venga lasciata indietro e che non vi sia alcuna lacuna nella copertura sanitaria globale, Taiwan ha cercato di partecipare all’assemblea anche quest’anno, in modo professionale e pragmatico, al fine di poter apportare il suo contributo come parte dello sforzo globale per realizzare una rete globale ininterrotta di prevenzione delle malattie.

Va sottolineato che, mentre molte nazioni continuano a combattere la pandemia, i risultati di Taiwan sono stati largamente positivi. Al 10 maggio 2022, sono stati segnalati circa 390.000 casi confermati e 931 decessi a Taiwan, su una popolazione di 23,5 milioni di abitanti e , inoltre, grazie a uno sforzo congiunto del governo e della popolazione, il tasso di crescita economica di Taiwan per il 2021 ha raggiunto il 6,45%. Il sistema di Assicurazione Sanitaria Nazionale taiwanese (NHI) fornisce servizi sanitari completi e di alta qualità, raggiungendo una copertura universale ed è stato classificato secondo nel mondo nel 2021 da CEO World.

Durante le prime fasi della pandemia di COVID-19 nel febbraio 2020, per ridurre il rischio di trasmissione nella comunità, il governo ha implementato il Sistema di Quarantena per l’Ingresso integrando i database dell’NHI, dell’immigrazione e della dogana per consentire l’analisi dei big data.

Taiwan è stata in grado di contenere la pandemia facendo in modo che le persone conducessero una vita normale e ottenendo una crescita economica positiva attraverso l’uso attento della tecnologia, la trasparenza delle informazioni, severi controlli alle frontiere e accurati screening e indagini sui casi. Tuttavia, con la diffusione mondiale della variante Omicron dalla fine del 2021, la trasmissione del virus ha iniziato ad aumentare anche a Taiwan.

Nella stessa regione geografica, il Mar Cinese, precisamente in Corea del Nord, più di un milione di persone hanno avuto, negli scorsi giorni, quella che i media statali di Pyongyang chiamano ancora “febbre” e , per quanto trapelato dal governo dittatoriale coreano, 50 persone sono morte da quando è stato individuato il primo focolaio, proprio pochi giorni fa. Se si confrontano questi prima dati con Taiwan, i numeri sono impressionanti.

IL dittatore nord coreano Kim Jong-un ha criticato il suo sistema sanitario (la Corea del Nord ha 26 milioni di abitanti) e ha ordinato alle forze armate di concorrere a distribuire le medicine, ha disposto l’apertura 24 ore su 24, sette giorni su sette delle farmacie e da giovedì è stato imposto il lockdown nazionale.

Atteso che la Corea del Nord ha uno dei peggiori sistemi sanitari del mondo preoccupa la notizia che al 15 maggio oltre alle 50 persone decedute, c’erano 1.213.550 casi di “febbre” e oltre mezzo milione attualmente riceverebbe cure mediche. È probabile che la Corea del Nord abbia bisogno di assistenza internazionale per superare la massiccia ondata di CV 19 e l’assistenza fornita della Cina Popolare (anche lei alle prese con enormi problemi per una serie di lock down imposti in molte città) non è sufficiente per superare l’epidemia e, probabilmente succederà che Pyongyang chiederà aiuto alle organizzazioni internazionali. La Corea del Sud ha già offerto aiuto indipendentemente dalla situazione politica e militare tra i due paesi.

Visto quanto avviene in Corea del Nord si capisce a stento la logica che guida le decisioni dell’OMS e le parti correlate e appare doveroso sostenere l’inclusione di Taiwan nell’OMS per consentirle di partecipare pienamente alle riunioni, ai meccanismi e alle attività dell’ organizzazione facente comunque capo all’ONU.

Nello spirito degli obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite, nessuno dovrebbe essere lasciato indietro.

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