Foreste occupano un quarto del territorio lombardo in 90 anni aumentate del 45%

I boschi e le foreste occupano un quarto del territorio regionale, con una massa stimata di 145 milioni di metri cubi di legname, trattengono 103,4 milioni di tonnellate di CO2 e aumentano di 3 milioni di metri cubi ogni anno. Ma, soprattutto, hanno ancora molto da dire e da dare ai lombardi perché sono risorsa completa: forniscono vita interagendo col suolo, proteggono il territorio, producono legna, frutti e supportano in modo simbiotico i funghi. Regolano il clima e il regime delle acque. È quanto emerso dal convegno ‘Il bosco in Lombardia: passato, presente, futuro’ cui ha partecipato oggi l’assessore regionale all’Agricoltura, Sovranità alimentare e Foreste, Alessandro Beduschi.

“Contrariamente a quanto molti pensano – ha dichiarato Beduschi – oggi non esiste un problema di disboscamento in Italia ed in Lombardia- Si pensi che la prima carta forestale, quella del Regno d’Italia del 1936, perimetrava nella nostra regione 427.654 ettari di boschi, mentre attualmente la siamo a 618.403 (+44,6%)”.

Come ricordato durante i lavori, con l’abbandono e lo sfilacciarsi dei rapporti tra città, campagna e foreste, il bosco si riprende sempre più spazio. Anche lo spopolamento delle montagne e la sempre più difficile manutenzione rendono però reale il pericolo idrogeologico e di incendio. I boschi vanno gestiti, perché senza perdiamo anche paesaggio e un pezzo della coltura del nostro territorio. Il bosco pertanto costituisce oggi non solo un formidabile elemento del paesaggio e uno scrigno di biodiversità, ma anche una grande volume di materiale legnoso, che costituisce una importante risorsa economica rinnovabile.

Il volume delle attività selvicolturali, rappresentate sia dalla cura colturale del bosco che dalle utilizzazioni forestali, oscilla intorno al 20% della produzione biologica della foresta, circa 600.000 metri cubi, il 60% del quale con finalità commerciale e il resto per autoconsumo familiare, per circa tre quanti destinato ad uso energetico. È in costante crescita il numero delle imprese boschive iscritte all’Albo regionale delle Imprese Boschive, nel 2020 sono oltre trecento, con un aumento del 70% rispetto al 2009. Aziende che contano complessivamente oltre 1.600 addetti, in buona parte altamente formati, il cui lavoro contribuisce alla stabilità del territorio. Importante anche il ruolo dei 28 consorzi forestali, che gestiscono circa 88.000 ettari di boschi, oltre il 14% delle foreste lombarde, tre quarti dei quali con certificazione di gestione forestale sostenibile secondo lo standard PEFC, e che danno lavoro a oltre 300 persone. Al ruolo tradizione dei consorzi forestali si sono aggiunte in questi ulti anni le Associazioni fondiarie (ASFO), rivolte ai privati, e che mirano a una gestione unitaria delle numerose proprietà frammentate dei nostri boschi.

“Guardando al futuro, il tema dello sviluppo sostenibile delle risorse naturali assume un valore fondamentale – ha osservato Beduschi -. La Lombardia, che ospita il più importante polo produttivo della filiera del legno in Italia, dimostra come sia possibile lavorare volumi di legname che superano di gran lunga le produzioni locali. Rispettando i più rigorosi standard di sostenibilità, sicurezza sul lavoro e pianificazione. Dietro ogni mobile o tavola di legno proveniente dai nostri boschi c’è una filiera che unisce tradizione, tecnologia e rispetto per l’ambiente”.

“A cento anni dalla prima grande legge di riordino della normativa forestale e a quasi cinquant’anni dalle prime leggi regionali in materia – conclude Beduschi – è tempo di affrontare le nuove sfide con un rinnovato strumento legislativo. Dobbiamo puntare su una normativa più snella, concreta e facilmente comprensibile. E che sia capace di rispondere alle esigenze attuali e di tracciare un futuro chiaro per le nostre foreste e i nostri territori”. 

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