Dove la vita non vuole morire

Una raccolta di documenti redatti nel corso di un convegno dei Vescovi sul tema delle aree interne del nostro Paese, destinate a morire a causa del disagio sociale, economico e dello spopolamento.

“L’Italia è il paese dalla fragile bellezza” è l’introduzione della prefazione del Cardinale Gualtiero Bassetti su un tema importante e troppo spesso sottovalutato nel nostro Paese, le arre interne.

Don Bassetti nella prefazione del libro “Dove la vita non vuole morire” edizioni San Poalo (138 pag, 12,00 euro) autore Mons. Felice Acrocca, che attualmente ricopre gli incarichi di membro della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese, sottolinea l’importanza di una nuova pastorale capace di capire le diverse esigenze legate ai diversi territori dell’Italia.

Il libro vuole essere una memoria di ciò che si è detto nel convegno estivo dei Vescovi del 2021 sulle aree interne, una raccolta di documenti ed interventi che può essere considerato l’inizio di un cammino comune che potrebbe avere l’obiettivo di unire socialmente e spiritualmente il nostro Paese partendo da quei territori che oggi sono considerati marginali ed in sofferenza.

L’autore monsignor Acrocca afferma non è semplice annunciare il Vangelo in territori che vivono in preda allo spopolamento e minacciati dal declino.

L’Italia ha gran parte del suo territorio stretto in una morsa di problemi non legati esclusivamente alla povertà principalmente localizzabili nel meridione a causa della mancanza di infrastrutture, ma che si allargano al centro ed anche al ricco nord.

Una politica a volte cieca che provoca l’aumento di animali come cinghiali e caprioli rispetto alle persone, così i cittadini si annidano nelle grandi metropoli lasciando le zone collinari, montane.

Il flusso di persone che raggiunge le città in cerca di stabilità finisce per divenire una massa anonima e facilmente manipolabile, a questo si aggiunge una classe politica incapace di pensare a soluzioni perché troppo attenta ai sondaggi e ad ottenere solo il consenso immediato.

L’urbanizzazione, il progresso sta uccidendo intere aree del bel Paese provocando un grave danno. Ogni borgo, ogni piccolo paese dell’Italia vanta un castello, una torre, una chiesa ricca di storia e degna di nota .

Sono queste le premesse nelle quali le comunità ecclesiali si devono porre per cercare di essere presenti in quelle aree destinate all’abbandono, rifiutando l’idea che ormai l’unica strada intrapresa sia l’abbandono ma pensare ad un progetto che abbia una visione lungimirante e che possa garantire il benessere comune.

L’opera è divisa in documenti presentati nel corso del Convegno, ma riporta da parte dei vari vescovi che vi hanno partecipato una serie di dati e tabelle evidenziando e spiegando cosa sono e dove sono le aree interne, quante sono, i progetti realizzati e spiegare perché prendersi cura di queste zone.

Un libro che riporta soluzioni e interventi su un tema molto partecipato da parte della Chiesa che deve considerarsi il primo punto di riferimento sociale, essere radicata nei territori e spingere i sacerdoti a trovare risposte al problema dello spopolamento. La nostra epoca è segnata dall’individualismo e dall’indifferenza che generano situazioni di solitudine, la risposta della Chiesa non deve essere solo nel constatare il livello di povertà con dati e tabelle ma deve essere protesa alla speranza e guardare al futuro diventando protagonista con le parrocchie e tutte quelle realtà ecclesiali che possono divenire palestre di vita cristiana e fare in modo che ciò che definiamo aree interne non finiscano per diventare una crepa sempre più profonda del nostro Paese.

Condividi:

Related posts