Dio è bello

L’autore, Fra Fusco, tenta di spiegare in parole semplici la mistica. Un tema difficile da affrontare perché ai più è sconosciuto e rimasto un argomento appannaggio per pochi.

Mosè, Guglielmo di Saint-Thierry, Caterina da Siena, Teresa di Lisieux, Francesco d’Assisi sono cinque personaggi utilizzati da Fra Roberto Fusco, della fraternità Francescana di Betania e docente di Teologia Spirituale per spiegare cos’è la mistica.

Fra Fusco è autore di “Dio è bello da morire” editore San Paolo (120 pag, 12,50 euro) per spiegare la mistica cristiana in parole semplici. Il libro si pone l’obiettivo di far nascere domande nel lettore come: chi è un mistico e da cosa lo si riconosce? Che cosa è il misticismo?

La scelta dei personaggi rappresenta un ottimo punto di partenza per il loro vissuto e di come sono riusciti a spiegare la loro esperienza. L’idea del libro è di raccontare un tema che molto spesso viene frainteso, spiegato male o impoverito ma soprattutto che tale argomento non rimanga un appannaggio di pochi.

Il misticismo è un tema molto spesso sconosciuto a molte persone oppure hanno un’idea distorta dalle tante informazioni lette su libri o prese dal web. I mistici vivono eventi che possono essere paragonati a esperienze paranormali o magiche e questo può generare molto spesso confusione.

Fra Fusco affronta in quest’opera un viaggio attraverso i secoli per dare una spiegazione alla mistica una parola molto spesso fraintesa e mal compresa. Una parola difficile da spiegare, i mistici sono visti come persone che hanno esperienze di vita straordinaria ai quali accadono fenomeni fuori dal comune; leggendo i loro testi si comprende quanto queste esperienze sono pervase di passione verso Dio.

La mistica può essere interpretata come un viaggio interiore o una condizione spirituale di unità con Dio.

Leggendo la vita dei cinque personaggi scelti da Fra Fusco si può concludere che i mistici trovano nella sofferenza la loro crescita spirituale e attraverso quelle dure prove riescono a rivivere o a comprendere l’infinito dolore che Cristo ha patito sulla croce.

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