Chiesa, sesso, amore

Il saggio scritto da Gilfredo Marengo ordinario di Antropologia Teologica al Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia, dal titolo “Chiesa, sesso, amore” editore San Paolo (214 pag., 20,00 euro) parte da una considerazione: più la chiesa ha investito su matrimonio e famiglia più è aumentato il divario tra ciò che la chiesa insegna ed il vissuto quotidiano tra uomini e donne.

Ciò che il libro si propone di fare è comprendere le ragioni di tale divario cercando di proporre una via per affrontare la diatriba chiesa-sesso-amore. 

Per secoli la chiesa ha ritenuto lecito l’atto sessuale ai fini della procreazione solo all’interno del matrimonio. Nel corso del ventesimo secolo sesso e amore hanno ottenuto una loro soggettività e autonomia e ciò è stato interpretato negli ambienti ecclesiali come un affronto inaccettabile alla morale del matrimoni e della famiglia. 

Ciò che spaventava è il nuovo protagonismo del binomio sesso-amore dove il matrimonio perdeva la sua funzione disciplinare ed addirittura si poteva giustificare l’atto sessuale al di fuori del matrimonio stesso.

Con il concilio Vaticano II la chiesa sostiene che ciò che si afferma sul matrimoni e famiglia ha una portata universale senza considerare che “il mondo” a cui la chiesa stessa si rivolgeva aveva già assimilato l’autonomia di “sesso e amore”.

La rivoluzione sessuale è stata il motore per rivendicare il diritto al piacere sessuale ed alle gratificazioni affettive individuali. 

Ciò che andava ad affermarsi in particolare nel periodo post-conciliare era l’utilizzo della sessualità come fattore per distinguere i due modelli d’uomo nell’ambito della società: l’uomo cristiano e l’uomo mondano.

Ciò che è avvenuto nel tempo anche nell’ambito della comunità cristiana è che gran parte dei fedeli vivono la sessualità nel mondo mondano evitando il confronto con il loro essere cristiani.

La cultura moderna ha abbandonato i dogmi propri della sessualità secondo l’assioma “vietato vietare”. La chiesa ha sostenuto con vigore i contenuti propri della morale cattolica riferiti alla sessualità ed all’amore.

L’esito di questa diatriba tra sesso e amore per, la chiesa, porta a due sole scelte possibili: l’inesistenza dell’enorme morale già condannate da “tribunale della storia” il cosiddetto “vietato vietare”; il non ascoltare “l’annuncio cristiano” ritenuto ingombrante nel cercare un dialogo con gli uomini del nostro tempo.

Questo saggio è un cammino storico dove l’elemento discriminante è la sacralità del matrimonio cristiano. Accettare i “tratti pericolosi” della relazione chiesa-sesso-amore non possono condurre alla formulazione di una “teologia della sessualità” ma possono portare ad una valorizzazione di questa dimensione dell’essere umano senza cedere a pericolose derive  come attribuire al binomio sesso-amore un valore assoluto.

Un aiuto può giungere dal Vangelo della famiglia dove uomini e donne possono attingere per accrescere l’opera di Cristo nella loro vita, nelle relazioni coniugali, nel valore degli affetti. 

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