Quando veniva San Nicolò….

Bruno Tardivelli – Tratto dal libro Fiume la città smarrita, disponibile in formato Pdf sul sito dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo – Libero Comune di Fiume in Esilio

Mi è rimasta impressa nella memoria una cantilena che, all’avvicinarsi del 6 Dicembre, certi monelli usavano intonare per la strada ea noi era proibita.

“San Nicolò de Baaari

Xe festa dei scolaari!

Se non ne vien la féesta

Ghe demo per la teeesta!”

Se tentavamo di imitarli, venivamo severamente redarguiti dalla mamma.

“San Nicolò non te portarà un bel gnente. Ghe contarò anche al Padre Andrea: cossa ti, bamboli e stupidade!”

Padre Andrea era il frate cappuccino che ci insegnava la Dottrina all’Oratorio e pretendeva che la apprendessimo a memoria.

Il nostro San Nicolò non era come il bonario e ridanciano Babbo Natale, panciuto e consumistico di questi tempi, era ben altro, più serio, e poi era un vero Santo! Appariva vestito da Vescovo, col piviale, la mitria e il pastorale. A Fiume si faceva vedere, con le prime luci della sera, in Piazza Regina Elena, o Piazza Elisabetta come la chiamava mia madre, dietro la vetrina del Moskowitz, il negozio di chincaglierie e giocattoli di un ebreo, ubicato in una casa a tre piani che venne poi demolita per fare posto al Grattacielo.

Io, intirizzito dal freddo andavo a vedere il San Nicolò . C’era, davanti al negozio un gran assembramento di mularia chiassosa e litigiosa, in ansiosa attesa, le sere prima del 6 Dicembre. San Nicolò spuntava da dietro una tenda rossa in una vetrina su cui era allestita una pedana alta più di un metro per mettersi bene in mostra, aveva una gran barba bianca, l’aria sorniona. il Santo si metteva all’opera sollevando con solennità, lentamente con fare misterioso uno dei tanti giocattoli vistosi e costosi che gli erano ammucchiati intorno. . Tutta la mularia gridava “A mi! A mi!” sollevando le braccia e facendo i salti per farsi notare ed essere il prescelto.

San Nicolò metteva bene in mostra i giocattoli, un cavalluccio a dondolo di cartapesta sul quale si poteva cavalcare, un monopattino di legno con le ruote rosse, lucenti, pattini a rotelle, e altri.

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