Nascita dell’associazionismo istriano fiumano e dalmata dal 1943 al 1949

“Incontro all’esilio – la nascita dell’associazionismo istriano fiumano e dalmata dal 1943 al 1949” è il tema scelto dall’Anvgd comitato di Milano, per l’incontro che si è svolto  giovedì 16 Settembre, alle ore 18. Relatore dell’incontro Il dott. Marino Micich, direttore dell ‘Archivio Museo storico di Fiume, che parlerà  del ruolo dell’associazionismo istriano fiumano dalmato dal 1943 al 1949. Fondamentale è stato il ruolo dei vari comitati nati ancor prima della fine del secondo conflitto Mondiale. Qui di seguito riportiamo un breve sunto della conferenza di Claudio Fragiacomo che ringraziamo per la gentile concessione. 

di Claudio Fragiacomo. «Parlare degli albori dell’Associazionismo giuliano dalmata significa far rivivere i momenti di smarrimento dei primi esuli dai territori dell’Adriatico Orientale ed il loro bisogno di organizzarsi in gruppi spontanei per pianificare il proprio futuro nella madrepatria. Significa anche rendersi conto che tali associazioni sono state costituite da persone di fedi politiche diverse, tutte accomunate dal dramma che stavano vivendo- le persecuzioni titine- e tutte bisognose di far conoscere ai loro concittadini italiani le loro pressanti esigenze per ricostruirsi una vita.

Il Dott. Marino Micich, direttore dell’Archivio Museo Storico di Fiume a Roma, discendente da esuli, nato al Villaggio Giuliano di Roma, ha dedicato e dedica la sua attività di studioso ad approfondire i temi legati alla storia del Confine Orientale. Nella nostra conferenza di esordio nel ciclo “Conferenze del Giovedì” del Comitato ANVGD di Milano, ha ripreso i temi già toccati in un precedente saggio sulla rivista “Fiume”, nel quale ha voluto tracciare, sulla base di precedenti lavori e giovandosi dei numerosi documenti non ancora valutati e presenti negli archivi delle Associazioni romane, la storia dell’Associazionismo dai suoi primordi.

Marino Micich l’ha fatto con la solita grande competenza e con la passione che gli deriva dal suo essere discendente di esuli e dall’esser vissuto nei suoi primi anni a contatto con i Padri del nostro Associazionismo. Con nostalgia ha citato gli incoraggiamenti ricevuti dal Senatore a Vita Leo Valiani, dal Sen. Antonio Tacconi, da Amleto Ballarini, da Padre Rocchi, dal Sen Lucio Toth e da molti altri rappresentanti della diaspora giuliana.

I toni usati da Marino Micich sono stati accorati, accomunando chiarezza di esposizione e pathos personale. L’excursus storico inizia con uno sguardo a quell’ambiente del Museo così ricco di documenti e di cultura, frequentato da personaggi in cui albergavano “profonda cultura, esperienza, fede, caparbietà, onestà intellettuale”.

Per illustrare la nascita dei primi comitati (il primo a Napoli con esuli dalmati che perorano la loro causa rivolgendosi al Regno del Sud) Micich percorre la storia dell’Italia di quegli anni, nei quali, pur non essendo stato testimone, riesce a ricostruire gli avvenimenti e la memoria attraverso documenti e testimonianze successive, unendo al preciso puntiglio dello storico, la partecipazione empatica dovuta alla sua origine. Descrive un’Italia povera, disastrata, in preda ai residui dell’odio fra le diverse fazioni politiche, in cui si innestano le iniziative di esuli. costretti ad una vita di fortuna e miseria nei campi profughi e che trovano aiuto morale e pratico unicamente nell’associazionismo.

Micich cita anche episodi e vicende non conosciute, come i 1500 istriani che a Roma trovarono rifugio negli “androni” della Stazione Termini e di Roma Prenestina, che Padre Rocchi aiutò nei loro immediati bisogni.

Vengono citati gli antifascisti (in genere appartenenti al Partito d’Azione) che diedero vita ai primi comitati, o furono a capo di quella che poi si sarebbe chiamata Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia.

Viene menzionata la situazione diversa in cui si trova Trieste, governata dagli Alleati fino al 1954, dove l’associazionismo trova altre forme e si identifica con il CLN dell’Istria presente a Trieste dal 1945 fino agli anni ’60.

Brevi cenni anche alle diverse sigle di associazioni che attuarono l’opera di assistenza ai profughi, aiutando gli esuli all’uscita dai campi profughi. Ed infine al mondo associativo sorto “oltreoceano”, nei continenti in cui gli esuli sono emigrati, veri baluardi di italianità e di amore per la propria identità, Australia, Canada, America del Sud, Sud Africa. La conclusione del relatore è che le associazioni, fin dal loro sorgere, si sono connotate per un profondo spirito democratico, pur nella presenza di molte e diverse voci Per chi vuole approfondire, il Dott. Micich ha invitato il pubblico che lo ascoltava a rileggere il suo saggio, ottenibile scrivendogli all’indirizzo di posta elettronica: marino.micich@virgilio.it.»  

Il mio personale consiglio, a conclusione di questa conferenza, è di ascoltarla nella sua interezza per rivivere attraverso le parole del relatore quei momenti storici così magistralmente trattati. Il link è: https://youtu.be/2zoVl_thIkU

(didascalia Marino Micich, direttore dell ‘Archivio Museo storico di Fiume)

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