Fonte: https://www.anvgd.it/il-30-ottobre-1918-a-trieste-e-a-fiume/
a cura di Lorenzo Salimbeni – Il successo italiano a Vittorio Veneto, praticamente un anno dopo la disfatta di Caporetto, dette il colpo di grazia alla traballante struttura dell’Impero Austro-ungarico, già costretto a ripiegare sul fronte meridionale (Salonicco, Albania e Serbia) e sconvolto all’interno dai fermenti dei vari nazionalismi.
Tale destabilizzazione era evidente anche a Trieste, ridotta allo stremo dalla carestia e dall’imperversare dell’influenza spagnola. Nel pomeriggio del 30 ottobre 1918 partì dal Caffè degli Specchi in Piazza Grande (oggi Piazza Unità d’Italia) una manifestazione patriottica che, dopo aver cucito alla bene e meglio una bandiera tricolore, attraversò le vie del centro cittadino ampliando sempre di più le sue fila ed avendo ragione delle forze dell’ordine e delle residue truppe asburgiche ancora presenti in quella che era stata definita “Urbs fidelissima”. Il Tricolore sventolava sul campanile di San Giusto ed in cima al Municipio, mentre il Fascio Nazionale Italiano si coordinava con il Partito socialista ed una rappresentanza della comunità slovena per dar vita ad un Comitato di Salute Pubblica. Il podestà Alfonso Valerio, deposto ed internato dalle autorità di Vienna al momento della dichiarazione di guerra dell’Italia, era rientrato dalla prigionia e fu acclamato nuovamente al vertice dell’amministrazione comunale. In serata iniziò il passaggio dei poteri da parte del Luogotenente imperiale, il barone Alfred de Fries-Skene, il quale aveva ricevuto da Vienna l’autorizzazione a procedere in tal senso e l’indomani iniziarono le manifestazioni di giubilo in attesa dell’arrivo delle truppe italiane.
Già alcuni giorni prima in una delle ultime sedute del Parlamento di Budapest il deputato fiumano Andrea Ossoinack aveva proclamato la secessione di Fiume dalla compagine imperiale, facendo riferimento alle concessioni federaliste attuate dall’Imperatore Carlo I nel tentativo di salvare la duplice monarchia ed in nome del principio di autodeterminazione dei popoli che rientrava tra i 14 Punti in base ai quali il Presidente Woodrow Wilson aveva fatto entrare nella Grande guerra gli Stati Uniti. Fronteggiando la componente croata della città e sfidando la reazione dei reparti dell’imperialregio esercito costituiti da militari austriaci oppure slavi, il Consiglio Nazionale Italiano di Fiume dette seguito a quanto dichiarato dal suo parlamentare. Proprio il 30 ottobre 1918 fu pubblicato il manifesto con cui si chiedeva l’annessione al Regno d’Italia: i patrioti fiumani inviarono subito una spedizione a Venezia (gli “Argonauti del Carnaro”) per sollecitare l’arrivo di navi della Regia Marina affinchè prendessero il controllo della situazione.
Il 30 ottobre rimane così una data simbolo della lotta per l’italianità a Trieste e a Fiume, che erano stati i principali porti dell’Impero Austro-ungarico.
didascalia: Lorenzo Salimbeni ricercatore storico freelance e giornalista
