Guglielmo Oberdan, irredentista, 20 Dicembre anniversario della sua impiccagione

di Annamaria Crasti Ricorre oggi, lunedì 20 Dicembre,  l’anniversario dell’impiccagione di Guglielmo Oberdan. Irredentista, convinto che la causa dell’italianita’ di Trieste, in quel lontano 1882, avesse bisogno di un martire.

Oberdan, richiamato dall’Austria alle armi a causa dell’occupazione della Bosnia, non vuol combattere per l’Impero. Diserta e fugge nel Regno d’Italia. A Trieste i circoli irredentistici sono in fermento : si dovrebbero celebrare i 500 anni della “ dedizione” della città agli Asburgo. Gli irredentisti vogliono provocare un fatto eclatante, clamoroso che attiri l’attenzione del mondo intero su Trieste.

L’atto clamoroso sarà l’uccisione dell’imperatore Francesco Giuseppe che arriverà in città accompagnato dall’imperatrice Elisabetta per i grandi festeggiamenti di quel quinto centenario. L’attenzione di tutta l’Europa , di tutti i continenti sarà rivolta verso “ l’urbs fidelissima”, l’occasione è irripetibile. Assieme all’istriano Donato Ragosa, Guglielmo parte per Trieste per attuare il suo piano; tradito, viene arrestato.

Il processo contro di lui avverrà in tempi rapidissimi, con estrema fretta. Oberdan si accollerà tutta la responsabilità del tentativo dell’attentato ai sovrani austro-ungarici, lucidamente consapevole di andare incontro alla morte. Viene condannato al capestro.

Da tutta l’Italia, da tutta l’Europa si chiede la grazia, che viene respinta. Trieste ha bisogno di un martire. L’impero asburgico deve dimostrare ai suoi sudditi, fedeli e non, l’inesorabile volontà di schiacciare l’irredentismo e non solo l’italiano. Il 20 dicembre 1882 il giovane Guglielmo Oberdan, 24 anni, viene impiccato.

Il suo grido “ Viva l’Italia” viene soffocato dal boia “ più esperto” fatto arrivare appositamente da Vienna. Il baule contenente gli atti del processo contro Oberdan spariranno durante il suo trasferimento dal tribunale di Trieste a quello di Udine.

Forse da quei documenti potevano uscire le prove di altri coinvolgimenti, i nomi di altri cospiratori, la fretta di volere una dimostrazione di forza. Certo è che di quel processo non esiste teaccia. Il 3 novembre 1918 dall’Audace scenderanno i bersaglieri. Trieste diventerà italiana. Il sacrificio di Guglielmo Oberdan non sarà stato inutile

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