Pubblichiamo un breve articolo riguardante il giorno del 26 Ottobre 1954, quando Trieste ritorna all’Italia. Ringraziamo per la gentile concessione l’esule istriana Anna Maria Crasti, oggi residente a Cernusco sul Naviglio, per aver riportato in poche righe le sensazioni e il sentimento di quel giorno. Era il 26 Ottobre 1954, sono trascorsi ben 67 anni , ma per Anna Maria Crasti, esule istriana, originaria di Orsera Comune italiano situato in Istria, così come per molti altri istriani, il ricordo di quel giorno è ben impresso nella memoria.
di Anna Maria Crasti «26 ottobre 1954 A Trieste piove, piove tanto e soffia la Bora. Ma dal cuor della notte in città c’è un gran fermento. Dormono solo i bambini piccoli. Trieste torna italiana! Trieste di nuovo italiana! Avevo 13 anni. Con la mia mamma e la mia sorellina di 10 eravamo in Piazza Unità che da quel giorno è Piazza Unità d’Italia. Non si può tenere gli ombrelli aperti. Impossibile. Ma che importa? Siamo decine e decine di migliaia di persone. Grandi piccoli vecchi.
Bagnati fradici commossi felici…Non è solo la pioggia che ci bagna il volto: molti piangono di gioia, gridano, si accalcano.., Le mamme e i papà’ sollevano tra le braccia i loro figli: devono vedere i bersaglieri che arrivano e sfilano sui camion.
Sono i bersaglieri del 3 novembre 1918, dell’Audace… Sono i bersaglieri che, correndo, suonano … è un delirio: tutti cantano e piangono. Tra quelle decine e decine di migliaia di persone il mio papà non c’è. È rimasto a casa. Anche se è giovane. Anche papà piange, ma di dolore. Sa che da oggi si deve smettere di sperare. Quella debole speranza che ha, abbiamo tutti, avuto si è spenta. Da oggi il mio papà, gli esuli non sperano più. Sappiamo che non torneremo a casa, mai più. Quella fiammella, sempre più debole, si è spenta. L’ossigeno della speranza si è consumato. Ma Trieste è salva, è di nuovo, ancora italiana».
(crediti immagine “Arcipelago Adriatico”)