Florovivaismo, le proposte della Consulta

Dalla legge sul florovivaismo al superamento delle difficoltà dell’export per i rigidi requisiti fitosanitari (in particolare in Gran Bretagna per effetto della Brexit, ma non solo); ma anche la definizione dei costi di produzione per evitare pratiche sleali.

Temi centrali e prioritari per una floricoltura che – come dice il presidente di Coldiretti Fernando Fiori – “rappresenta un comparto chiave per la provincia di Varese, che deve ripartire e riposizionarsi al più presto, dopo l’anno peggiore di sempre”. Nel Varesotto si contano, infatti, quasi 1000 imprese florovivaistiche, da cui dipende un indotto occupazionale che coinvolge migliaia di persone.

Ad approfondirli è stato l’ultimo incontro della Consulta florovivaistica della Coldiretti: riguardo alla proposta di legge sul florovivaismo approvata alla Camera, e che inizia ora l’iter al Senato, va ribadito il ruolo centrale dei garden center che sono i principali clienti dei produttori di fiori e piante, ma ha anche sollecitato una migliore definizione delle diverse figure, per evitare una confusione maggiore di quella che si vorrebbe risolvere.

Un altro elemento è di puntare a un marchio nazionale per identificare l’origine del prodotto, mentre la legge va verso la declinazione di marchi provinciali. Dopo l’esame della proposta di legge, l’attenzione si è focalizzata sull’effetto Brexit anche per il florovivaismo, una questione da risolvere a livello di Unione europea.

“Anche le norme fitosanitarie restrittive – rimarca Fiori – sono un importante nodo da sciogliere perché la questione non riguarda solo la Gran Bretagna, ma anche altri Paesi extra Ue. E per questo l’invito è di coinvolgere anche il sistema fitosanitario nazionale. Un altro tema sensibile è la definizione dei costi di produzione fondamentale per tutelare i produttori dall’applicazione di pratiche sleali sia nella commercializzazione che nelle gare di appalto”.

E infine la proposta di verificare se le misure europee per la promozione adottate per l’emergenza Covid possano essere utilizzate anche per il settore florovivaistico tra i più colpiti dalla crisi. In questo caso potrebbero essere avviate iniziative nel nostro Paese finalizzate a favorire un aumento dei consumi di fiori e piante, una boccata d’ossigeno attesa anche dal made in Varese.​

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