Export, storico sorpasso sul cibo importato

Con le esportazioni agroalimentari italiane che, per la prima volta nella storia recente, superano le importazioni, ci sono le condizioni per far crescere il Made in Varese agroalimentare e ridurre la dipendenza dall’estero, da dove arriva ancora un prodotto agroalimentare su quattro consumato sulle tavole degli italiani. Lo rimarca la Coldiretti prealpina riferendosi ai dati Istat, all’indomani del Summit della Coldiretti con il Governo “Recovery ‘Food’, l’Italia riparte dal cibo” organizzato con Filiera Italia a Palazzo Rospigliosi a Roma.

Le esportazioni agroalimentari nel 2020 – sottolinea la federazione Coldiretti – hanno raggiunto il valore record di 46,1 miliardi con un aumento dell’1,7% rispetto all’anno precedente che ha consentito lo storico sorpasso sulle importazioni che sono invece scese a 43 miliardi.

Il settore legato alla trasformazione di gran parte del latte munto nella nostra provincia – Grana Padano e Gorgonzola – conferma il trend: “Guardiamo con ottimismo il futuro legato all’export delle nostre DOP – precisa Fernando Fiori, presidente di Coldiretti Varese – gli ultimi dati relativi al 2020 registrano un + 3,4% di Grana Padano esportato (oltre 2milioni di forme complessive), mentre sempre lo scorso anno 2020 le forme di Gorgonzola (dato aggiornato al 31 ottobre scorso, ndr) destinate all’estero sono state 1.603.000, anche in questo caso con un aumento (+2,85%) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.

Una svolta che offre grandi opportunità al Made in Italy dopo che a causa di decenni di sottovalutazione – continua il presidente Fiori – l’Italia ha accumulato un deficit produttivo di autoapprovvigionamento pari al 25% dei consumi a tavola, dalla carne al latte fino ai cereali e fatta eccezione solo per frutta, carni avicole e vino. Le opportunità sono interessanti e concrete anche per le produzioni del nostro comprensorio. La provincia di Varese è inserita a pieno titolo in quel sistema-Italia che conta su un tesoro da primato mondiale ma per difendere la sovranità alimentare e ridurre la dipendenza dall’estero deve considerare il settore agroalimentare come vera e propria risorsa strategica al pari di telecomunicazioni ed energia. E’ però necessario tagliare la burocrazia che frena le imprese e investire su progetti di ampio respiro in grado di mettere le ali al Paese fuori dall’emergenza Covid”.

Per sostenere la ripartenza dell’Italia, con il Recovery Plan, sono strategici i progetti sull’agroalimentare Made in Italy presentati da Coldiretti in grado di creare un milione di posti di lavoro green entro i prossimi 10 anni: dalla digitalizzazione delle campagne all’ innovazione tecnologica, dalla creazione di foreste urbane per mitigare l’inquinamento e smog in città agli invasi nelle aree interne per risparmiare l’acqua.

Questi ed altri progetti cantierabili da subito per la crescita sostenibile del Paese. Come anche – conclude il presidente di Coldiretti Varese – i fondi europei vanno utilizzati per finanziare progetti strategici superando i limiti alla capacità di investimento nel comparto agricolo ed alimentare per portare benefici all’intera economia nazionale con un impegno di lungo periodo. Per far crescere il Made in Italy, infatti, sono fondamentali i contratti di filiera in grado di garantire una equa distribuzione di valore fra tutti i componenti”.

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