«Una storia antica che oggi invita a rimettere al centro della vita cristiana la misericordia di Dio e quella dell’uomo, a trasformare i segni dei tempi in segni di speranza, il primo dei quali deve tradursi nella pace». Lo scrive il saggista Marco Roncalli nel volume, per le edizioni Scholé – Morcelliana, “La Città del Perdono. Santi, artisti e briganti nei Giubilei”.
Un racconto, attraverso i secoli, dal 1300 a oggi, da papa Bonifacio VIII al pontificato di Francesco, tra sacro e profano, di uno dei fenomeni più importanti della storia della Chiesa e della società. Un racconto di tutti gli Anni Santi attraverso gli occhi dei protagonisti di ogni periodo: papi e cardinali, sovrani e regine, cronisti e poeti, pittori e scultori, santi e sante, musicisti e compositori, mercanti e gabelieri, persino briganti e cortigiane. Tutta una galleria di pellegrini e penitenti, oppure di spettatori e testimoni. Profili tutti sbalzati da cronache edificanti, ma pure episodi picareschi, tessere di un mosaico nel quale si vedono insieme il “Giubileo spirituale” e l’“altro Giubileo”, tutto materiale..
Una certa sorpresa arriva dalla ricchezza per molti giubilei dei testi di letterati celebri: da Dante a Petrarca, dal Bembo a Machiavelli, dal Tasso a Rabelais, dal Goldoni al Belli, dal Pascoli a Oscar Wilde, da Trilussa a Rebora, da Graham Greene a Pasolini, da Guitton a Luzi, ecc. Ai quali aggiungere quelli di personaggi famosi – da Cristoforo Colombo a Tommaso Campanella – impediti, uno in navigazione, l’altro in prigione, di partecipare ai loro Anni Santi come avrebbero desiderato. Ma sorprende pure la gran mole di guide alla città attente ai tanti capolavori ascrivibili al clima giubilare.
Opere nate dal genio di artisti, residenti nell’Urbe, giunti lì come romei, o chiamati dai papi: da Giotto al Botticelli, dal Perugino a Bramante, da Michelangelo a Velàzquez. dal Bernini a Borromini, ed altri, sino attorno alla metà del ‘900.
E qui non si tratta solo di committenze, concorsi, mecenatismo papale. Perché l’arte degli Anni Santi, oltre che sul volto di Roma, talora ha influito sull’anima dei romei e degli stessi pittori, scultori, architetti. Ed arte sono state la letteratura e la poesia, la pittura e la scultura, ma anche la musica con il suo rinnovato “canto nuovo”, come suggerito dai Salmi, con i suoi oratori, i suoi inni giubilari, i suoi maestri: dai musicisti fiamminghi alla scuola romana, da Perosi a Morricone.
Di tutto questo prova a dar conto l’Autore scandagliando dai Giubilei del Basso Medioevo (quelli anche della peste) sino a quelli del Rinascimento (affollato di umanisti). Poi frugando tra lettere di mercanti e diari di curia ricchi di dettagli sui simboli giubilari (come la Porta Santa).
Sostando sugli Anni Santi succedutisi dalla Riforma protestante al Concilio di Trento (al centro la questione delle indulgenze, ma non solo).
Attraversando anni segnati dalla divisione confessionale dell’Europa e dal tentativo del papato di trasformare Roma in una nuova Gerusalemme.
Passando dagli appuntamenti del periodo Barocco (tra coreografie spettacolari) a quelli del Secolo dei Lumi (nella resistenza della pietà popolare). Superando infine le ventate anticlericali nell’ ‘800 con due soli Anni Santi (causa le vicende rivoluzionarie) per arrivare ai Giubilei del’900 e a quelli del terzo millennio (così diversi per le nuove modalità di spostamento).
Sullo sfondo, scontri teologici, l’ansia di rinnovamento spirituale, il grande scisma d’Occidente e la stagione conciliare del XV secolo, il lavoro delle Confraternite e, soprattutto, l’azione dei santi, così somiglianti e così differenti.
Brigida di Svezia e Caterina da Bologna, Carlo Borromeo e Ignazio di Loyola, Filippo Neri e Camillo de Lellis, Leonardo da Porto Maurizio…Loro gli interpreti delle priorità di una Chiesa che allevia sofferenze spirituali e corporali, presenze rilevanti lungo un excursus che arriva al XX secolo, quando, i Giubilei riprendono a rinnovarsi. Contro ogni previsione.
Per riempire il periodo più secolarizzato della storia: il Giubileo di Leone XIII, i tre Giubilei, uno ordinario e due straordinari di Pio XI all’alba delle dittature; l’“anno del gran ritorno e del gran perdono” aperto da Pio XII; l’Anno Santo di Paolo VI; il Giubileo straordinario del 1983 e il Grande Giubileo che – con Giovanni Paolo II – ha traghettato la Chiesa nel nuovo millennio.
Arrivando infine al Giubileo straordinario della misericordia del 2015-2016 e a quello aperto, che ci vede “Pellegrini di Speranza”.