Giovanni Paolo II, trentennale dell’enciclica “Centesimus annus”

Sabato 1° Maggio, ricorre il 30° anniversario della promulgazione da parte del Santo Giovanni Paolo II dell’enciclica Centesimus Annus da cui la Fondazione prende il nome.

A trent’anni di distanza, in un mondo devastato dalla pandemia e caratterizzato da una innovazione tecnologica impetuosa e imprevedibile, questa enciclica presenta ancora molti punti di grande attualità.

Ne ricordo solo alcuni: il richiamo alla dignità del lavoratore e del lavoro, la dimensione sociale del lavoro, il giusto salario (che deve essere sufficiente a mantenere il lavoratore e la sua famiglia), la giustizia per i poveri, il giusto profitto conseguito avendo riguardo all’integrale sviluppo della persona umana perché l’azienda non è solo “società di capitali” ma al tempo stesso “società di persone”, sia di quelle che forniscono i capitali che quelle che forniscono lavoro, l’importante ruolo della famiglia, la necessità che il mercato e le imprese siano orientati verso il bene comune, e, non ultimo, l’importanza dell’educazione che deve “consentire a tutte le persone di acquisire le conoscenze di base, che permettono di esprimere la loro creatività e di sviluppare le loro potenzialità (CA,33)”.

Sono tutti aspetti con cui siamo chiamati a confrontarci anche oggi nel processo di rigenerazione da attivare per gestire e superare al più presto la crisi sanitaria, economica e sociale innestata dalla pandemia.

L’enciclica  Centesimus Annus rileva i principali insegnamenti  e i tanti punti di contatto con il magistero di Papa Francesco.

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