Varesotto zona rossa non per i selvatici

Occorre fermare l’escalation dei danni, delle aggressioni e degli incidenti e che sono il risultato della incontrollata proliferazione degli animali selvatici, con il numero dei cinghiali presenti sul territorio della provincia prealpina. L’appello è ribadito dal presidente della Coldiretti provinciale Fernando Fiori dopo la richiesta di “ripresa dell’attività venatoria” avanzata dalla Lombardia dopo il “blocco di fatto” stabilito dal Dpcm.

“La situazione nel Varesotto è gravissima” dice Fiori. “Oltre a mettere a rischio la sicurezza sulle strade e intorno alle abitazioni, gli animali selvatici distruggono i raccolti agricoli e aggrediscono gli animali allevati ma a preoccupare sono anche i rischi per la salute provocati dalla diffusione di malattie come la peste suina, con una situazione già preoccupante in Germania”.

Un pericolo denunciato recentemente dalla stessa virologa Ilaria Capua che ha parlato del rischio effetto domino se oltre al coronavirus la peste suina passasse in Italia dagli animali selvatici a quelli allevati.

Il blocco di tutta l’attività di caccia rischia dunque di avere serie ripercussioni sul contenimento delle specie invasive, la difesa dell’agricoltura e la sicurezza delle persone. Oltre otto cittadini su 10 (81%) – secondo l’indagine Coldiretti/Ixè – pensano che l’emergenza cinghiali vada affrontata con il ricorso agli abbattimenti, soprattutto incaricando personale specializzato per ridurne il numero.  

L’emergenza Covid dell’ultimo periodo, come già la scorsa primavera, ha allentato ogni freno al dilagare del problema: le strade deserte incoraggiano, di fatto, gli animali a invadere le carreggiate, e così pure si moltiplicano le incursioni senza freni nelle campagne: gli ungulati scorrazzando liberamente nei terreni coltivati con gravi danni a semine, foraggi, frutta, ortaggi, vigneti e minacciando gli animali della fattoria.

Non solo: sono ripetute, anche nelle ultime settimane, le segnalazioni di danni che si rincorrono da un capo all’altro del territorio.

E così Coldiretti Varese rilancia l’allarme, rimarcando la necessità di difendere le forniture alimentari del Paese diventate più preziose in questo momento ma anche la sicurezza e la salute dei cittadini, ancor più in una zona in piena emergenza come l’area prealpina.

“Nelle nostre campagne ormai ci sono molti più animali selvatici che lavoratori agricoli e la situazione è drammatica in provincia di Varese come anche lungo tutta la Penisola, da Nord a Sud, con lo stop alle misure di contenimento su gran parte del territorio, milioni di cittadini costretti nelle case e le forze dell’ordine giustamente impegnate anche nei controlli stradali legati all’emergenza Covid” sottolinea Fiori.

 “Purtroppo i selvatici hanno di nuovo cinto d’assedio del territorio, quasi ripetendo il copione primaverile, e si sono spinti anche nei centri abitati con segnalazioni nei paesi e nelle grandi città, oltre che nelle aree coltivate. Non è solo l’agricoltura ad essere in pericoloma anche la sicurezza di quei cittadini che, soprattutto nelle ore di buio, si trovano loro malgrado a dover comunque percorrere le arterie del nostro comprensorio, magari in situazioni di emergenza. Rischi che si potevano e si devono tuttora evitare… e non solo per un normale automobilista, bensì anche per i mezzi di soccorso che in questi giorni si trovano comunque in strada”.

La proliferazione senza freni di cervi e cinghiali – aggiunge il presidente della Coldiretti provinciale – sta mettendo anche a rischio l’equilibrio ambientale di ecosistemi territoriali anche in aree di pregio naturalistico: “Al termine del confinamento in “zona rossa”, ci ritroveremo con un problema di proporzioni mai viste anche sotto il profilo della sicurezza: gli animali, ormai abituati, continueranno a scorrazzare per le principali strade di collegamento, con evidenti rischi. Insomma, le condizioni attuali hanno purtroppo ridato vigore a un’emergenza mai sopita e oggi testimoniata dalle continue segnalazioni degli agricoltori e degli stessi cittadini. Chiediamo azioni immediate, nell’interesse primario del bene comune”.

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