Varese, 1300 emergenze l’anno per alberi pericolosi

Sfiorano il numero di 1300 in un anno le emergenze per alberi pericolosi in provincia di Varese che hanno richiesto l’intervento dei pompieri, su un totale di 7000 in Lombardia. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti provinciale sul rapporto 2021 dei vigili del fuoco diffusa in occasione delle tempeste di vento che nelle scorse ore hanno investito diverse zone del territorio a cominciare dalla città di Milano e dalla sua area metropolitana, mentre nelle campagne si fa la conta dei danni tra serre scoperchiate e danni alle strutture di stalle e cascine.

La Lombardia è la prima regione per numero di interventi su alberature pericolanti in un anno. In Lombardia, la nostra provincia si piazza ad un poco invidiabile secondo posto, subito alle spalle della metropoli capoluogo regionale: i territori in cui si registrano più operazioni di questo tipo sono infatti Milano (1.817), Varese (1.299) e Monza Brianza (742). Seguono Brescia (678), Como (600), Bergamo (467), Pavia (402), Cremona (321), Lecco (223), Mantova (217), Lodi (213), Sondrio (193).

In tutta Italia – afferma Coldiretti Varese – i vigili del fuoco in un anno sono entrati in azione per ben 54mila emergenze per piante non sicure nelle città. I cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi si abbattono su una condizione di manutenzione del verde pubblico che richiede grande attenzione.

“Le piante – rimarca il presidente di Coldiretti Varese Fernando Fiori – cadono per la scelta di essenze sbagliate per il clima, il terreno o la posizione, ma anche per gli errori sulle dimensioni e sul rispetto delle distanze per un corretto sviluppo delle radici. Ma i cambiamenti climatici hanno anche favorito la proliferazione di parassiti spesso arrivati dall’estero che ha conseguenze catastrofiche sul verde ma anche sulla sicurezza, con problemi di stabilità degli alberi”.

Una situazione sulla quale occorre intervenire con una gestione professionale – conclude il presidente Fiori – “che preveda il ricorso alla figura del manutentore del verde con idonea qualifica, attraverso la rivalutazione del ruolo degli agricoltori, così come previsto dalla legge di orientamento che consente ai Comuni di delegare la manutenzione agli imprenditori agricoli ed evitare così una gestione improvvisata che mette in pericolo i cittadini”.   

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