Sicurezza al primo posto: perché è chiuso il Viadotto di Vedano

Giovedì 20 Febbrai, presso la Prefettura di Varese, si è svolto il Tavolo di confronto dedicato alla chiusura temporanea e ai tempi di ripristino del Viadotto di Vedano, organizzato da Autostrada Pedemontana Lombarda e presieduto dal Prefetto Salvatore Pasquariello.

Presenti, i sindaci di: Varese, Davide Galimberti, di Buguggiate, Matteo Sambo, di Gazzada Schianno, Stefano Frattini, di Lozza, Matteo Acchini, di Morazzone Maurizio Mazzucchelli, il Vicesindaco di Azzate, Giacomo Tamborini, l’Assessore del Comune di Vedano Olona, Massimo Antonini, i Consiglieri Regionali Samuele Astuti e Giuseppe Licata, un delegato del Vicepresidente del Consiglio della Regione Lombardia Giacomo Cosentino, il Consigliere Provinciale Fabio Passera e il Referente per la Provincia Samuela Raimondi, nonché i Rappresentanti della Direzione Infrastrutture e Opere pubbliche della Regione Lombardia, di Anas, di Autostrade per l’Italia S.p.A., di Autostrada Pedemontana Lombarda, della Polizia Stradale e dei Carabinieri.

Il tavolo ha preso atto della situazione, discusso le possibili soluzioni agli impatti generati dalla chiusura dandosi un successivo appuntamento a breve per verificare l’avanzamento.

Qual è la ragione della chiusura e come sono state individuate le anomalie

Il viadotto di Vedano, sulla carreggiata ovest della A60 Tangenziale di Varese, è stato chiuso al traffico il 29 novembre 2024 e rimarrà interdetto fino al 30 giugno 2025 per interventi di manutenzione straordinaria. Per comprenderne le origini, è necessario tornare al 2014, anno della sua realizzazione. Si tratta di un’infrastruttura della Tangenziale di Varese composta da un impalcato in struttura mista acciaio-calcestruzzo, supportato da 11 pile in calcestruzzo. Con una lunghezza complessiva di 380 metri, il viadotto è suddiviso in 12 campate di lunghezza variabile tra i 20 e i 64 metri. Completato nel 2014 e sottoposto a collaudo statico il 12 gennaio 2015, l’opera è stata regolarmente sottoposta a ispezioni periodiche, in conformità con la normativa vigente, per monitorarne le condizioni strutturali.

Con l’introduzione nel 2020 delle nuove “Linee Guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza e il monitoraggio dei ponti esistenti”, è stato adottato un approccio multilivello che combina ispezioni visive e monitoraggio strumentale. Questo sistema mira a garantire una valutazione uniforme del rischio, ottimizzare la gestione e stabilire con precisione le priorità di intervento.

Nel corso delle campagne periodiche di monitoraggio sono state rilevate delle fessure capillari in corrispondenza dei pulvini, ovvero gli elementi di raccordo tra le pile e la struttura dei sostegni del viadotto, che non ne hanno inficiato la stabilità in nessun momento dell’esercizio.

Queste anomalie sono state monitorate trimestralmente e analizzate nel dettaglio dalla struttura tecnica di Autostrada Pedemontana Lombarda con l’ulteriore ausilio di un sistema di sensori per il monitoraggio dinamico dei ponti installati nell’ambito di una sperimentazione con il Politecnico di Milano.

Nel corso dell’ultima ispezione è stata constata un’evoluzione dell’ampiezza delle fessure, che ha richiesto dei supplementi di indagine, prontamente effettuati.

Dalle ispezioni alla chiusura

La valutazione tecnica finale ha stabilito la necessità di intervenire sui pulvini per poter consentire l’esercizio. Autostrada Pedemontana Lombarda ha quindi chiuso il viadotto, prudenzialmente, per due ragioni: la prima è naturalmente garantire il massimo livello di sicurezza per le persone, la seconda ragione è che è stato necessario effettuare le verifiche a viadotto scarico, e lo stesso vale per i conseguenti lavori di ripristino.

Le fasi per il ripristino

La prima fase ha permesso di confermare i dati disponibili dagli elaborati progettuali e le cause del problema, accertandone l’origine: un errore progettuale a monte della realizzazione, che riguarda solo e unicamente quel tratto. Non si tratta, dunque, di un’esecuzione dei lavori difforme dal progetto, ma di un’anomalia progettuale di non facile individuazione. In ogni caso è stato invocato l’intervento del General contractor dell’epoca che risponderà, tramite la polizza decennale postuma, per gli oneri necessari a riportare il viadotto nelle condizioni necessarie all’esercizio.

La seconda fase è stata la progettazione dell’intervento, che si è subito presentato complesso da eseguire, sia per la delicatezza connessa al fatto di lavorare su una struttura esistente, sia per la posizione dell’opera, posta tra i meandri del fiume Olona e le rampe di svincolo aperte al traffico.

La terza fase è l’affidamento all’impresa esecutrice, che si sta svolgendo in parallelo alla progettazione e nell’attesa di avere tutte le autorizzazioni necessarie, sia dal concedente CAL sia dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

Quarta e ultima fase, la realizzazione dell’intervento e il collaudo del viadotto, prima della riapertura.

L’intervento consiste sostanzialmente nelle seguenti attività:

perforazioni longitudinali dei pulvini e rinforzo delle testate;

posa e tesatura di cavi di precompressione e sigillatura con resina delle fessure;

rinforzo dei pulvini mediante un sistema composto da fasciatura con fibre di carbonio e ferri di armatura verticale aggiuntivi.

Autostrada Pedemontana Lombarda sta facendo al contempo tutti i passi necessari per tutelare i propri diritti e verificare eventuali altre responsabilità.

Gli interventi per mitigare i disagi sul traffico

Chiudere un viadotto non è mai una decisione facile, ma la sicurezza deve essere sempre la priorità assoluta. Le conseguenze di tale scelta coinvolgono l’intera comunità: sia gli utenti della Tangenziale A60, sia coloro che subiscono un peggioramento del traffico locale, già critico. L’impatto si estende alle Istituzioni del territorio, ai corpi di Polizia locale, alla Regione Lombardia, al concedente CAL e alla società Autostrada Pedemontana Lombarda. Tra le soluzioni valutate per ridurre i disagi, si evidenzia la possibilità di realizzare un bypass per evitare il transito dalla rotatoria di Ponte di Vedano, consentendo così a chi percorre la tangenziale di Varese di bypassare la rotatoria senza interruzioni.

L’attenzione alle persone e alla sicurezza delle opere

Autostrada Pedemontana Lombarda è impegnata oggi per completare al meglio e nel tempo più breve possibile l’intervento, che è previsto per il prossimo 30 giugno.

La richiesta dei Sindaci dell’esenzione del pedaggio

I Sindaci presenti all’incontro in Prefettura hanno fortemente richiesto misure di compensazione per gli utenti, come l’esenzione dal pedaggio per tutto il periodo di chiusura della carreggiata interessata dall’evento.

Autostrada Pedemontana Lombarda ha già annunciato, d’intesa con la Regione Lombardia e la società CAL (Concessioni Autostradali Lombarde), la sperimentazione di una scontistica di maggior importo, rispetto a quella già in atto sulla rete autostradale di APL. Essa prevede il 50% di sconto per le classi 1 e 2 (veicoli leggeri e veicoli commerciali leggeri) per chi percorre la tratta per almeno 10 giorni al mese ed è dotato di abbonamento a uno dei provider di telepedaggio o è registrato al sistema di pagamento Conto Targa di Pedemontana (quest’ultimo, ricordiamo, non prevede canone mensile). Lo sconto verrà applicato su tutti i transiti effettuati nel mese.

Questa sperimentazione sarà avviata nei prossimi giorni e avrà la durata di un anno.

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