Il Giorno del Ricordo all’Istituto Tecnico Professionale Newton di Varese

“Ricordare” è stata la parola che ha risuonato nell’aula magna dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Isaac Newton di Varese, giovedì 20 febbraio, durante l’incontro per il “Giorno del Ricordo 2025”. Organizzato dal Preside Prof. Daniele Marzagalli e dalla professoressa di religione Sara Iovino, l’evento ha rappresentato un’importante opportunità per riflettere sulle tragedie passate e sul loro impatto attuale.

All’incontro hanno partecipato le classi quinte dell’Istituto Statale di Istruzione Superiore Isaac Newton, accompagnate dai loro insegnanti. Una sala affollata e attenta ha seguito l’intervento del Professore associato di Storia contemporanea dell’Università Insubria, Antonio Orecchia, e del Presidente dell’Anvgd (Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia) di Varese, Pier-Maria Morresi, hanno delineato il contesto storico del confine orientale, approfondendo il tema delle foibe e dell’esodo.

Una parte di storia trascurata dai libri o silenziata, come se si volessero dimenticare le atrocità e il dolore della guerra. Tuttavia, per molti esuli, questi sono stati momenti tragici vissuti in prima persona e mai dimenticati.

L’incontro è stato arricchito dalla presenza e dall’accompagnamento musicale della Professoressa Maria Letizia Antoniazza. Il Giorno del Ricordo, celebrato ogni 10 Febbraio, è un’occasione non solo per commemorare, ma anche per educare le giovani generazioni su una storia complessa: il dramma delle foibe e dell’esodo istriano-giuliano-dalmata. L’ esodo fu provocato dalla volontà di annullare l’identità italian da Fiume fuggirono 54 mila abitanti su 60 mila, da Pola 32 mila su 34 mila, da Zara 20 mila su 21 mila, e da Capodistria 14 mila su 15 mila.

Il Giorno del Ricordo si basa su iniziative quasi sempre lasciate all’opera di associazioni di istriani, fiumani e dalmati, sopravvissuti a quei tragici eventi. Sono testimoni che raccontano sé stessi con la speranza che la storia della loro terra perduta non debba essere dimenticata, ma che, anzi, diventi memoria collettiva del nostro Paese. La storia del loro esodo è più verbale che scritta. Il pericolo che essi vogliono scongiurare è che si cancellino i loro sacrifici, le loro rinunce; che, una volta scomparsi, tutto finisca nel dimenticatoio.

Sarebbe una grave perdita per le future generazioni italiane essere private della conoscenza di una parte significativa, sebbene dolorosa, della storia recente del nostro Paese. Pertanto, sono benvenute le iniziative di dirigenti scolastici e insegnanti che si impegnano a mantenere viva la memoria, affinché la storia del confine orientale possa finalmente essere integrata nei programmi scolastici e diventare una memoria collettiva, superando le divisioni.

didascalia: da sin. prof.ssa Maria Letizia Antoniazza, Istituto Statale di Istruzione Superiore Isaac Newton – Varese, prof. Antonio Orecchia, Università Insubria, dottor Pier-Maria Morresi, Presidente Anvgd Varese, prof. Daniele Marzagalli, Preside Istituto Statale Superiore Isaac Newton, prof.ssa Sara Iovino, Isituto Statale di Istruzione Superiore Isaac Newton

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