Gioco d’azzardo online, colpo della Finanza: oscurati 50 siti, danni per 350 milioni

I finanzieri del Comando Provinciale di Varese, nell’ambito del dispositivo di controllo economico del territorio sia fisico che virtuale, hanno identificato 50 siti di scommesse online privi di autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, risultando quindi non registrati presso l’Erario.

Questa iniziativa evidenzia la presenza della Guardia di Finanza in tutti i settori e ambiti in cui viene generata ricchezza, rappresentando un chiaro indicatore di capacità contributiva o di eventuali mancanze negli adempimenti fiscali. Nel settore del gioco, questa dinamica risulta ancora più evidente, considerando che nel 2023 il totale nazionale del gioco d’azzardo su rete fisica ha raggiunto i 68 miliardi di euro, mentre quello online ha toccato gli 82 miliardi di euro nello stesso anno, confermando il mondo virtuale come il contesto preferito dai giocatori.

In provincia di Varese, secondo l’analisi degli ultimi dati sul gioco legale in Italia pubblicati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel 2019, è emerso che, in un solo anno, sono stati giocati oltre un miliardo di euro, rappresentando circa il 10% delle giocate totali della Lombardia. Nel 2023, questa cifra è cresciuta fino a sfiorare i 2 miliardi di euro.

Nel contesto della tutela del gioco legale, le Fiamme Gialle della Compagnia di Gallarate hanno scoperto un primo sito di gioco online illegale, il quale utilizzava una geolocalizzazione riferita a un indirizzo inesistente nella città di Gallarate. Attraverso l’analisi della presunta società proprietaria della pagina web, è stato possibile identificare altri 49 siti di gioco online, tutti collegati alla stessa entità societaria, anch’essa risultata inesistente.

Questi ambienti virtuali riproducevano fedelmente i giochi online più popolari disponibili sui portali autorizzati dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e offrivano la possibilità di scommettere sugli eventi sportivi principali. Di conseguenza, agli occhi del giocatore risultavano indistinguibili da quelli legali. Tale situazione era resa possibile grazie al fatto che i creatori dei siti di gioco avevano ottenuto una licenza dallo Stato di Curaçao, nei Caraibi, che consentiva loro di acquistare i software di gioco e utilizzarli sulle proprie piattaforme online.

Curaçao è una nota isola caraibica, già oggetto di indagini da parte della polizia economico-finanziaria per il coinvolgimento della criminalità organizzata nella gestione di piattaforme online illegali. L’economia dell’isola si basa principalmente sul turismo, sul settore finanziario offshore e, a partire dagli anni ’90, sul gioco d’azzardo online. Il governo di Curaçao ha sfruttato il settore delle scommesse come opportunità per attrarre investimenti stranieri e aumentare le entrate fiscali, adottando un regime normativo flessibile e vantaggioso. Grazie ai bassi costi per le licenze, a una tassazione favorevole e a una regolamentazione meno rigida, Curaçao è diventata una delle giurisdizioni più ambite dagli operatori di gioco online. Tuttavia, la licenza emessa dall’isola è spesso criticata per la limitata tutela offerta ai giocatori. Tra i principali rischi per gli utenti si annoverano la scarsa trasparenza dei gestori delle piattaforme, la possibilità di non ricevere le vincite promesse, di giocare con percentuali di vincita inferiori o di perdere il proprio saldo di gioco senza alcuna possibilità di recupero.

Inoltre, tali piattaforme richiedono pagamenti mediante canali alternativi a quelli bancari o di altre piattaforme compiutamente tracciabili e non permettono la verifica della maggiore età dei giocatori e tantomeno la possibilità di autoescludersi dal gioco, facoltà offerta nei confronti dei soggetti ludopatici.

Oltre al nocumento per il singolo, tali siti rappresentano un enorme danno per le casse dell’Erario e, dunque, per l’intera collettività atteso che nessun introito è soggetto a tassazione così come nessun canone concessorio, pari a 7 milioni di euro per singola concessione, risulta versato ai sensi del D.Lgs 19 marzo 2024, n. 41 “Disposizioni in materia di riordino del settore dei giochi, a partire da quelli a distanza”.

Al termine dell’attività, è stata inviata una segnalazione alla Direzione Giochi dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli che, attraverso un’apposita istruttoria, ha disposto il blocco di tutti i siti, rendendoli quindi inaccessibili.

Nel settore del gioco pubblico, la Guardia di Finanza tutela i giocatori da proposte di gioco illegali, insicure e prive di garanzie, salvaguardando le fasce più deboli, tra cui i minori.

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